Islam positivo
Questa volta, tornando a Touggourt da Algeri, ho riempito le dieci ore del viaggio in bus, leggendo buona parte del libro L’Islam Positif (“L’islam positivo”) dell’algerina Leila Babès, che tratta della religione dei giovani musulmani di Francia. L’islam è la seconda religione in Francia e i giovani si pongono numerose domande. Il libro offre alcune chiavi di lettura per comprendere la dinamica di una religione in piena mutazione. Ho trovato il libro interessante e mi ha incuriosito il ruolo di alcuni preti francesi in dialogo con parecchi giovani magrebini.
Già famoso è C. Delorme, prete francese che ha scritto assieme al marocchino R. Benzine, il libro Nous avons tant de choses à nous dire (“Abbiamo molte cose da dirci”). Egli è chiamato marabutto dai suoi amici musulmani. Nel dialogo, molti giovani trovano un modello di credente e di guida che li aiuta ad approfondire la loro religione e a ritornare o a diventare praticanti.
È quello che dissero due algerini alla morte del vescovo Pierre Claverie, ucciso in Algeria, il primo agosto 1996, insieme al suo autista musulmano: «Pierre Claverie mi ha spinto su questa strada. La mia visione dell’islam è diventata più critica, più antropologica. La mia fede si è sviluppata in favore della riconciliazione con l’altro», ha scritto Abderrahman.
Oum el Kheir dice: «Pierre Claverie mi ha insegnato ad amare l’islam, mi ha insegnato ad essere musulmana, amica dei cristiani d’Algeria. Ho imparato che l’amicizia è anzitutto fede in Dio, amore dell’altro, solidarietà umana”.
I preti e i religiosi cristiani sono normalmente rispettati e protetti nell’islam. Alla morte dei sette monaci di Tibhirine, in Algeria, ci fu una grande costernazione anche in Francia perché l’immagine dell’uomo di religione, come quella dell’abbé Pierre, che ha dedicato la sua vita al servizio dell’umanità, è ammirata e rispettata. (pag. 94)
La domanda di alcuni giovani musulmani nei rapporti coi cristiani non è solamente di mediazione e di riconoscimento sociale, ma anche una domanda di senso. Il prete cattolico (i musulmani preferiscono dire “prete cristiano”) è una specie di grande fratello della religione.
Il cristianesimo è per molti giovani musulmani una religione che riconcilia con l’islam.
Articoli correlati
Mare Mosso
E’ trascorso un mese dal mio arrivo in Bangladesh. Sapevo che dallo scorso luglio la vita di questo grande paese con …
Dall’Iran all’Italia per arrivare alle Olimpiadi di Parigi
Nella squadra olimpica dei rifugiati, ci sono anche due giovani iraniani, Iman Mahdavi e Hadi Tiranvalipour, che in I…
Ritorno
Eccomi qui, di nuovo con una “scheggia” certamente inattesa: la precedente, numero 239, risale a più di un anno fa: n…