La formica
Spesso mi diverto coi miei amici a dire qualche parola nell’arabo pronunciato alla mia maniera. Così verifico e colgo le reazioni che, oltre a correggermi, mi arricchiscono e mi fanno penetrare nel loro pensiero.
Ad esempio, racconto: «In una notte nera, sopra una pietra nera, cammina una formica nera… e Dio la vede».
Uno mi ha subito suggerito: «E Dio la sente». E ha spiegato: «Come l’uomo sente il rumore del tuono, così Dio sente il camminare della formica». Anche altri amici preferiscono dire: «Dio sente», per sottolineare un rapporto più profondo. Un altro: «E Dio la conosce… perché Dio sa tutto della nostra vita e del creato».
Un professore mi ha anche ricordato una poesia persiana sulla formica. per dire lo spirito dell’islam tollerante verso i credenti di altre religioni: «Non disturbare la formica che trasporta il chicco di grano; dal momento che anche lei è un essere vivente, e la vita è dolce per tutti».
«C’è una storia che Sayyidina Jalaluddin Rumi racconta di una formica che sta strisciando sul tappeto in una moschea, e la formica si lamenta con Dio dicendo: “Che cosa è questo , questi dossi e colori strani e disegni, questo deve essere stato creato proprio come un percorso ad ostacoli senza senso, ciò che una cosa futile di aver fatto”. Ma naturalmente chi ha realizzato il tappeto, guardando dall’alto può vedere i disegni e il loro scopo, e può vedere che il tutto è perfetto ed è un bene. Allah è spesso così. Spesso non riusciamo a dare un senso alla disgrazia perché siamo a due dimensioni, siamo al livello del suolo, non possiamo vedere cosa significa tutto questo, ma il khalifa di Allah subhanahu wa’tala dice che, pur non vedendo, sappiamo che anche questa è una manifestazione della volontà di Allah che è sempre buona, perfetta e bella». Shaykh Abdal Hakim Murad
Leggete anche questa: «Osservate questa formica, con quel corpicino piccolo e gracile, talmente piccola che a stento la vediamo; con ciò la comprensione della complicatezza del suo essere è impossibile. Cammina sulla terra e raccoglie ciò che gli spetta; raccoglie i chicchi e li porta nella sua tana; raccoglie di estate per l’inverno e nei giorni di abbondanza per i giorni di carestia. Trova quello che vuole e il suo cibo è stato determinato. Dio non ignora mai nemmeno la formica, anche se essa si trovi nel cuore di una pietra o sulla parete di un burrone. Come mangia, come digerisce, come sono i suoi occhi, come sente, basta pensare a ciò per rimanere sbalorditi e comprendere di essere impotenti di scoprire tutto. Ma allora è grande ed elevato il Signore che ha permesso che la formica possa camminare sui suoi gracili arti. Se percorrerai fino alla fine tutte le vie del pensiero e della scienza, alla fine tutte ti diranno che la creazione di grande e piccolo, pesante e leggero, forte e debole, per Dio è la stessa cosa e nulla dinanzi alla sua potenza».
Mi diverto e gioisco quando il pensiero profondo è lo stesso.
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