La forza creatrice dell’amore
Il marito l’abbandona con i suoi quattro figli. Lei continua la sua vita. Al matrimonio del maggiore, il figlio la prende con sé. Un’altra è ammalata e vive con un figlio con problemi mentali. Tutti i giorni la vedo arrivare alla casa delle Piccole Sorelle. È la donna dei dolori. Ma sul volto, vedo ancora un sorriso quando la saluto. Ogni giorno le suore le contano le gocce della medicina che prende da anni. Due forze creatrici. Quella della madre che continua ad amare. Quella delle piccole sorelle.
Un’altra mamma, ogni mattina, sistema i suoi cinque figli handicappati. Li lava, li veste, li nutre, li mette a sedere, l’uno accanto all’altro, come dei principi, come degli angeli.
Ho chiesto a un amico dove trovano la forza di continuare queste donne? Mi ha risposto: «La risposta è solo nel cuore. Con la fede islamica, una persona vive con Dio, pensa che tutto le viene dato da Dio stesso, Lui lo sa, e ciò le basta. Dio, forse la mette alla prova per testare la sua fedeltà, il suo abbandono in Lui. La vita continua per sé e per le sue creature fino al Paradiso».
Il mistico Abu Nu’aym (morto nel 1038) vede in Gesù, figlio di Maria, il maestro e l’esempio: «Dio ha detto a Gesù: «Fa di me il tesoro della tua vita futura; confida in me e io ti proteggerò; sii paziente nella prova e contentati del tuo destino. Sii a me vicino e ravviva il ricordo di me. Il mio amore sia nel tuo cuore, abbi sete di me in vista del giorno in cui sarai dissetato presso di me. Se i tuoi occhi potessero vedere ciò che ho preparato per i miei amici, i giusti, il tuo cuore verrebbe meno per il desiderio»
Leggo un detto di Ibn Al Mubarak (morto nel 797) sull’amore, la pazienza e la misericordia: «Dio ha detto a Gesù in ispirazione: “Ti ho fatto dono, Gesù, dell’amore per i poveri e della misericordia verso di loro. Tu li ami ed essi ti amano; ti gradiscono come imam e guida, e tu li gradisci come compagni e seguaci. Sono due disposizioni innate: sappi che colui che si presenta all’incontro con me con entrambe, mi incontra con l’opera più pura, quella che io amo di più».
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