La stola regalata
Ho saputo oggi che la stola regalatami per il mio 50° di Messa, le Piccole Sorelle l’avevano chiesta a un centro di artigianato che mantiene viva l’arte tradizionale dei nomadi di queste regioni. Un tempo vi lavorava una Piccola Sorella e ora una donna di Touggourt continua a dare lavoro a tante donne della regione. Al momento di pagare le donne hanno detto : “Non chiediamo niente. La stola è per la preghiera”.
Ora quando celebro porto su di me e dentro di me la fede la preghiera, il lavoro di tante povere donne che mantengono le loro famiglie con tanti sacrifici. Porto anche lo sforzo di una giovane, già notaio che vuole imparare il francese, della giovane che ormai parla italiano, dell’altra che … Donne meravigliose che mostrano un impegno migliore di alcuni maschietti che si scoraggiano in fretta.
Quando andate a messa portate anche voi all’altare tante donne Algerine che vogliono riuscire a formare un mondo aperto, onesto, fraterno.
Ma quello che mi commuove è il senso vivo di Dio, vissuto e rispettato. La stola è una cosa per Dio. La chiesa di Touggourt presso la quale abito è ora affidata a un’associazione, la “croce rossa” algerina. Durante i “tempi difficili” molte chiese sono state chiuse. Ma la gente non è contenta e quasi ci rimprovera di averla chiusa come luogo di preghiera. “No, quella è la casa di Dio e deve restare tale”. E quando la piccola croce era stata rimossa dalla cupola, la gente è stata contenta di rimetterla. Il saggio Abu Hayyan morto nel 1009 riporta questo detto su Gesù : “Gesù figlio di Maria ha detto – Sta nel mondo come un ospite e prenditi come casa il luogo della preghiera-“.
Non solo le cose ma anche le persone. Un amico, formato alla scuola dei Padri Bianchi, ha voluto che mantenessimo visibile una statua della Madonna che coprivamo per un certo rispetto a chi entrava da noi. “Quella è Lalla Myriam, la mamma di Isa (Gesù). Anche noi le vogliamo bene”. E poi un giorno parlando di noi, disse: “Voi siete preghiera, voi siete persone di Dio”.
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