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Luna

Il 28 giugno si fa memoria di s. Ireneo, un santo che mi è simpatico; inoltre, questa mattina una telefonata di suor Giulia mi ha ricordato che è l’anniversario della mia ordinazione (1969).Tuttavia la giornata è fiacca, e la “luna” è di traverso, perché da ieri mi trovo in “quarantena”. A me pare un raffreddore come tanti, ma il famoso “tampone” ha detto che il virus che sta sconquassando il mondo è arrivato anche da me, e la sentenza è chiara: clausura “laica” per 10 giorni, poi si vedrà… Ripasso la lista di impegni e contatti da cancellare, e cerco di consolarmi con un riposino pomeridiano senza ansie, visto che non ci sono appuntamenti che m’aspettano. Quando mi alzo, mi accosto al computer con la sensazione che la “luna” non è ancora andata a posto: “monkharap” – dicono i bengalesi, espressione letteralmente traducibile con “malumore”. Ma, quando apro la posta, trovo – in copia a me – una lettera diretta a Francesco, che ha “ereditato” la responsabilità di sostenere Naomi nell’impresa di far decollare a Dinajpur il “Progetto Joy Joy”: iniziativa di incontro, animazione e sostegno a bambini dai 5 ai 12 anni con disabilità mentale, e alle loro mamme. Nella scheggia “Vita Nuova” (10 gennaio scorso) avevo parlato del progetto e del ruolo di Naomi, la missionaria laica giapponese che costituisce il “perno” dell’iniziativa. Ero ritornato sull’argomento nella scheggia “Collaborazione” (30 maggio), informando della prontezza con cui un bel gruppo di donne bengalesi con disabilità fisica si erano date da fare per identificare e invitare mamme e famiglie con bambini mentalmente disabili, spianando così la strada per i primi contatti – una faccenda delicata, essendo Naomi straniera e cristiana, in un ambiente per lo più bengalese e musulmano. Era un’ottima partenza, e lo conferma la lettera appena ricevuta, che racconta alcune delle tante cose successe in poche settimane. Naomi non solo ha messo insieme un buon numero di famiglie, coinvolgendole attivamente nella preparazione, ma ha scelto parte dei futuri collaboratori, volontari, con alcuni a tempo pieno, stipendiati; per lo più persone che hanno esperienza del problema perché lo vivono nelle loro famiglie. Ha creato una rete di contatti, e ha entusiasmato le ragazze dell’ostello dove si raduneranno i bambini per l’assistenza diurna, che continuano a chiedere “quando incominciamo?”. Per il gruppetto di disabili nel frattempo formatosi, ha pure organizzato una visita al parco giochi ottenendo tutti gli ingressi gratis e facendo divertire da matti piccoli e grandi. L’apertura ufficiale del programma sarà il 22 luglio; p. Francesco scrive che la cerimonia per i bimbi disabili sarà l’unica (fra le tante a cui è invitato) a cui parteciperebbe volentieri. Io confermo che sarà l’unica a cui mi dispiace di non poter partecipare… Chiamo subito Naomi, che mi racconta con entusiasmo quanto accade, mentre io (proprio io che non volevo sentir parlare di WhatsApp) ascolto attentamente per oltre un’ora. Il suo commento si può riassumere in breve: va meglio di come speravo, perché c’è tanta gente buona in Bangladesh! Un commento che raddrizza completamente la mia luna “storta”, e cancella le tracce di malumore “quarantino” causato dal virus. Viva JoyJoy! Franco Cagnasso Monza, 3 luglio 2022 Famiglie e bimbi felici

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