Madre
Cinquantacinque anni, si chiama Bilkis Banu, di religione hindu, è sposata con un insegnante, vivono a Kurigram e hanno 57 figli.
Oltre ai loro due figli naturali, ora studenti universitari, ne avevano adottati due, quando entra nella loro vita una bimba, nata sulla soglia di un negozio, vissuta randagia con la mamma mentalmente disturbata cui – in un anno e mezzo – non era mai venuto in mente di farle un bagno o lavarla in qualche modo. La mamma gliela offre, lei la prende in braccio e le dà un nome, Protilata. Nella notte, sogna Madre Teresa e decide di tenerla; non solo, ma di aprire casa e proprietà ad altri bimbi abbandonati, che ora sono 55, dalla culla fino alle scuole superiori. Gradiscono qualche aiuto, ma non lo chiedono, e mantengono tutta la numerosa famiglia con un loro negozio, lo stipendio del marito, qualche proprietà agricola, donazioni occasionali. Unico rammarico: “La gente guarda, loda, ma quasi nessuno viene per dare affetto ai miei figli, a trovarli nelle feste, a giocare con loro: sanno che sono ben curati, e non ci pensano più. Ma sono contenta. Cinquantasette mi chiamano mamma, e non penso di dover attendere altro dalla mia vita, che è piena e bella così”.
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