I martiri dell’Algeria presto beati
Il primo settembre scorso Papa Francesco ha ricevuto mons. Paul Desfarges, arcivescovo di Algeri, accompagnato da Jean-Paul Vesco, vescovo di Oran e dal padre Thomas Geogeon, postulatore della causa di beatificazione e ha ascoltato la domanda portata dalla Chiesa dell’Algeria. L’arcivescovo di Algeri ha rilasciato in una intervista: «Nel dialogo col Papa non potevamo pensare ai nostri martiri senza pensare a tutti i martiri dell’Ageria. Il decreto di beatificazione non è ancora firmato dal Papa. Presto ci sarà una dichiarazione di questa beatificazione. Ho accettato di parlarne perché è bene che ci prepariamo a questa grazia, e ne abbiamo discusso col Papa che si è mostrato attento a questa causa di fratelli e di sorelle. In prima linea c’è il nome di mons. Pierre Claverie, assassinato a Orano e nel gruppo ci sono i monaci di Tibherine. L’attenzione del Papa è soprattutto rivolta alla sofferenza del popolo algerino. L’assassinio dei 19 dei nostri fratelli e sorelle avvenne in mezzo a un popolo martoriato e le sue ferite non sono ancora cicatrizzate. I nostri fratelli martiri non sono che una goccia dentro un oceano di violenza che ha veramente martirizzato l’Algeria durante una decina d’anni, e sì, non potevamo pensare ai nostri martiri senza pensare a tutti i martiri dell’Algeria; cioè a quelli e a quelle che hanno dato anch’essi la loro vita, nella fedeltà alla loro fede in Dio e alla loro coscienza. Penso, e l’abbiamo ricordato al Papa, al centinaio d’imam, uccisi per non aver firmato le fatwa che giustificavano la violenza. Penso agli intellettuali, ai giornalisti, agli scrittori… ma soprattutto alla povera gente, ai padri, alle madri che rifiutavano di obbedire agli ordini dei gruppi armati. Abbiamo voluto dire al Papa che questa beatificazione, quando sara annunciata, sia una sorgente di pace, di pace per tutti. Nella Chiesa viviamo in pace, nel perdono, ma desideriamo che la beatificazione sia anche una grazia per tutto il popolo algerino. Che ci aiuti a procedere insieme sul cammino della pace e della riconciliazione e, se ci sarà data la grazia, anche del perdono».
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