Missionari della gioventù in Africa
Riassumo e sottolineo la lettera inviata, in vista del Sinodo dei Giovani, al Papa ritenuto «un pastore che può guidarci col suo esempio e la sua saggezza», da un gruppo di giovani africani di età compresa tra i venti e i trent’anni, appartenenti a diverse Chiese cristiane, che Anna Pozzi riporta in Avvenire del 6 settembre 2018. «Siamo impegnati a diventare “veri missionari nei confronti dei nostri giovani”…. Ci sentiamo ispirati dalle Beatitudini e desideriamo vivere una vita di impegno per Gesù che sia pienamente africana. … A volte siamo intimiditi di fronte alle strutture della Chiesa e all’atteggiamento prevalente dei nostri leader che è quello di istruirci, molto raramente quello di condividere con noi la gioia del Vangelo». … Sentendo l’importanza e il bisogno di modelli africani: «Conosciamo i martiri dell’Uganda e i “martiri della fratellanza” di Buta, in Burundi… sono un esempio di come il Vangelo può assumere e portare a un livello più alto le nostre tradizioni africane».
Sul problema dell’ecumenismo e delle troppe divisioni – eredità anche della storia europea trasferita in Africa «osiamo suggerire che nel calendario ordinario delle nostre chiese locali, almeno una volta all’anno ci sia una celebrazione speciale per tutti i cristiani».
Il rapporto coi musulmani «ha bisogno di crescere, così da poter lavorare insieme al servizio dell’umanità e di Dio in tutte le questioni secolari».
Ricordando il messaggio del Papa durante la sua visita a Nairobi del 2015, i giovani esortano la Chiesa a “uscire per strada”…. Infine, «ci rendiamo conto anche di una nostra debolezza: siamo tutti maschi!… Ti assicuriamo che lavoreremo per migliorare l’inclusività e il rispetto…delle donne nella nostra società». «Continua a guidarci… Santo Padre»
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