Skip to main content
Icona decorativaIcona decorativa23 Febbraio 2013 Silvano Zoccarato

Mons. Antoniazzi, arcivescovo di Tunisi

Lo Spirito Santo si sta divertendo a spostare i suoi fedeli come vuole. Dall’Argentina il nuovo vescovo di Roma. Da San Polo di Piave (Treviso), prima, e da Rameh (Galilea) poi, il nuovo vescovo di Tunisi. Con sorpresa, come quando il poliziotto che verificava i passaporti di un gruppo di religiose, vedeva una proveniente dalla Corea, un’altra dall’Italia, un’altra dalla Francia, un’altra ancora dall’India e chiese: «Come avete fatto a mettervi insieme?». Intervistato da Maria Laura Conte, Mons. Ilario dice: «È un vero salto quello che mi attende. Spero non un “salto mortale”. Sarà molto diverso il contesto, ma quello che mi aspetto è di capire il piano del Signore su di me e sulla Tunisia. Ho parlato con il Vicario generale dell’arcidiocesi che mi ha descritto la situazione nel dettaglio e ho colto che ciò su cui dovremo tutti insistere è la speranza: la speranza dei cristiani che vivono lì deve essere sempre alimentata. La Tunisia vive un momento delicato e molti si chiedono come potrà andare a finire la storia. Ma è solo il Signore, il Dio della storia, non l’uomo, che può rispondere». «Lei svolgerà il suo ministero in un Paese nel quale ha vinto le elezioni il partito a riferimento islamico. Come i cristiani possono agire e annunciare il Risorto qui senza incorrere nel rischio di essere accusati di proselitismo?» Il nuovo vescovo risponde: «Questo è un punto cruciale. Credo che ci vengano in aiuto i nostri predecessori, i nostri padri cristiani che hanno testimoniato Cristo e diffuso la fede cristiana con la loro carità. Chi li incontrava e vedeva come si comportavano, arrivava a domandarsi: “Dove sta l’origine della loro capacità di amare e di donarsi? Come possono vivere così?”. Ecco: si può predicare il Vangelo vivendo la carità. Basti pensare a madre Teresa di Calcutta: era sola, ma con sua umiltà e carità ha cambiato il cuore di tanti. Anche noi possiamo dare qualcosa, nel quotidiano, non possiamo restare a guardare. Senza pretese. La principale “predica” per i musulmani non è quella che facciamo in Chiesa davanti a tutti, ma il nostro modo di vivere e agire. Se qualcuno chiede aiuto, è inutile chiedergli di che religione sia. La carità non distingue né pone problemi, ti spinge verso il prossimo e il resto lo fa il Signore».

Articoli correlati

Mare Mosso

Icona decorativa31 Ottobre 2024
Icona decorativaFranco Cagnasso
E’ trascorso un mese dal mio arrivo in Bangladesh. Sapevo che dallo scorso luglio la vita di questo grande paese con …

Dall’Iran all’Italia per arrivare alle Olimpiadi di Parigi

Icona decorativa9 Agosto 2024
Icona decorativaRebecca Molteni
Nella squadra olimpica dei rifugiati, ci sono anche due giovani iraniani, Iman Mahdavi e Hadi Tiranvalipour, che in I…

Ritorno

Icona decorativa23 Luglio 2024
Icona decorativaFranco Cagnasso
Eccomi qui, di nuovo con una “scheggia” certamente inattesa: la precedente, numero 239, risale a più di un anno fa: n…