Mons. Aristide Pirovano: il lavoro apostolico del Pime
Leggiamo il discorso che mons. Aristide Pirovano, superiore generale del Pime aveva preparato per l’inaugurazione del seminario missionario di Treviso e che poi non poté leggere perché degente in quel giorno in ospedale. Mons. Pirovano era da poco tornato da un lungo viaggio in Estremo Oriente. Ci pare che questo testo completi bene quanto dice il vescovo di Treviso nel discorso pubblicato nella stessa celebrazione.
«Eccellenza reverendissima, autorità qui presenti, cari sacerdoti e amici, sono appena tornato da un lungo viaggio attraverso il mondo, durato in tutto, a varie riprese, quasi- due anni. Sono potuto venire a contatto diretto con tutti. i missionari del Pime sparsi in tre continenti, impegnati a fondare la Chiesa ed a servire le Chiese locali in sviluppo. Vedendo sul posto le realizzazioni compiute in più d’un secolo di lavoro apostolico, il mio pensiero è andato spesso alle diocesi italiane che hanno dato al Pime la possibilità concreta, in uomini, in mezzi, in preghiere ed appoggi d’ogni genere, di rispondere positivamente e generosamente agli inviti di Dio e della Santa Sede. Ho ancora negli occhi e nel cuore, in questo momento, la visione di tante missioni che anche per me sono state una scoperta: in Giappone, ad Hong-Kong, nelle Filippine, in Birmania, nel Pakistan, in India, in Africa, negli Stati Uniti, nel Brasile e nella cara e mai dimenticata Amazzonia: passando di paese in paese, di diocesi in diocesi, di missionario in missionario, si è venuto formando in me un sentimento profondo e commosso di riconoscenza a Dio anzitutto e poi alle diocesi italiane».
Le diocesi ci hanno donato a Dio
Mons. Pirovano continua. «Un sentimento che desidero esprimere qui, a Treviso, da cui il Pime ha tanto ricevuto, ma che vale per tutte le diocesi, per tutti i Vescovi d’Italia: quello che abbiamo fatto, amici, quello che Dio ci ha permesso di fare, ed è tanto, veramente tanto come nemmeno io immaginavo, lo dobbiamo a voi dopo che a Dio, a voi che ci avete aiutati, che avete mandato i vostri giovani ad arruolarsi nelle nostre file, che ci avete accompagnati con le vostre preghiere ed il vostro affetto. Grazie a tutte le diocesi italiane e grazie soprattutto a Treviso che, dopo Milano, dove il Pime è stato fondato, è la diocesi che conta più missionari nel nostro Istituto, quella dove il Pime ha maggiori tradizioni e ricordi. E vorrei dire di più: quello che abbiamo fatto è vostro, l’avete fatto voi per mezzo nostro, poiché noi missionari del Pime non abbiamo altra ambizione che quella di rappresentare, ovunque andiamo, le diocesi che ci hanno donato a Dio ed all’opera di evangelizzazione del mondo non cristiano. Il nuovo seminario missionario che Lei inaugura oggi, Eccellenza, mi pare che riassuma in sé tutto il discorso che sono venuto facendo. Il seminario è vostro, della diocesi di Treviso, perché voi l’avete costruito con i vostri aiuti, perché voi lo riempite di ragazzi, di futuri missionari, perché voi della diocesi di Treviso, e delle diocesi vicine, lo sostenete con aiuti spirituali e materiali, con l’affetto e la comprensione. Non è un corpo estraneo nel tessuto connettivo della diocesi, questo seminario: è invece, ed io voglio che, per quanto da noi dipende, esso sia sempre più, una cellula viva, una cellula missionaria della diocesi di Treviso e delle diocesi vicine. Ed allora, che cosa fa il Pime in questo seminario? II Pime è qui per formare i missionari, per aiutare le diocesi in questa delicatissima opera da cui dipenderà domani l’efficienza dell’apostolato missionario (…)».
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