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Musulmani nostri fratelli

«Il mondo arabo attraversa la fase più difficile della sua storia», afferma Foad Aodi, presidente di Amsi (Associazione medici stranieri in Italia) e Comai (Comunità del mondo arabo in Italia). «Speriamo di poter trovare una personalità araba di alto spessore e alto profilo che possa fare quanto fa Papa Francesco in Occidente», che sappia «unire e far ragionare il mondo arabo in modo che ritrovi serenità e identità. Ora Papa Francesco sta dando tutte le risposte che aspettavamo da anni, che vanno dritte al cuore». Hamza Piccardo, fra i fondatori dell’Ucoii (Unione delle Comunità islamiche d’Italia) dice che il messaggio di Papa Francesco è stato accolto con «straordinario piacere e gratitudine. Le parole del Pontefice richiamano quelle contenute nel messaggio inviato ai musulmani per la festività dell’Id el fitr, la celebrazione che conclude il Ramadan, ma è “importante” che abbia voluto ribadirle davanti ai fedeli riuniti all’Angelus». Colgo le parole del Papa come un grido di fraternità, ma non sono sicuro che sarà accolto così da una parte di musulmani e anche da una parte di cristiani. «Amici sì, diceva un giovane musulmano a una ragazza cristiana, ma non fratelli, perché non preghi come me!». E forse alcuni cristiani non sono disposti a sentire i musulmani some “fratelli”. Sento che il Papa ci sta provocando con le sue affermazioni e ci sta portando verso un cambiamento di mentalità e di vita. «Gli esegeti che hanno computato le parole del Corano hanno rilevato – sottolinea l’Ucoii – che il centro perfetto del Libro è un espressione wa lyatalattaf che abbiamo tradotto: “con gentilezza”». La stessa “gentilezza” che Papa Francesco «ci propone e che, con educazione e rispetto – assicura la maggiore associazione islamica presente nel nostro Paese – devono far parte della nostra prassi quotidiana, ognuno per quello che può e sa, e spesso un sorriso vale più di mille parole». Il Papa ci dà l’esempio della “gentilezza” e i musulmani accolgono e cercano nel Corano il corrispondente. Continuiamo a rispettarci con gentilezza e a ritrovare nei libri sacri quanto c’è dell’amore di Dio e dell’amore del prossimo. Allora ci sentiremo veramente Fratelli.

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