Occasioni
Le informazioni di questi tempi sembrano limitarsi ad un tema presentato e ripresentato in tutte le salse. La BBC fa interminabili servizi con interviste-fiume a due o tre esperti per volta su coronavirus e obesità, coronavirus e comunicazioni, coronavirus e diabete, e pensionati, e bambini, e calciatori, e politica, ferie, sport, religione, contadini, giornalisti, futuro, distanze, mascherine, artigianato, passato, sogni, e chi più ne ha…
Ma c’è anche altro: se il virus polarizza l’attenzione di tutti, come non cogliere l’occasione per sistemare qualche problema senza farsi notare?
In Bangladesh, sedici “eminent citizens”, persone di varie categorie, conosciute e con una certa autorità morale, hanno firmato una lettera aperta in cui affermano che, per alcuni, si tratta proprio di un’occasione d’oro. Nei mesi di aprile e maggio è nettamente aumentato il numero di violazioni dei diritti umani, fra cui violenze sulle donne e sui minori, occupazione di terre, pestaggi di giornalisti, e specialmente attacchi a gruppi di minoranza. Nell’isola di Bhola, teatro di simili avvenimenti già mesi fa, la notizia falsa di una “offesa” all’islam ha scatenato attacchi su una decina di famiglie indù e l’arresto di un giovane come presunto autore dell’offesa. Nessun fatto realmente inedito, ma un intensificarsi di abusi già perpetrati in condizioni “normali”, quasi sempre rimasti senza punizione e senza recupero dei danni subiti, e a cui ora nessuno fa caso.
Aumentano le morti per il virus, ma non sono diminuite – anzi ho l’impressione che siano aumentate – le morti per “fuoco incrociato”, eufemismo per indicare le uccisioni “extragiudiziarie”; e la mano delle autorità su chi muove critiche di qualsiasi tipo si è fatta pesante, fra l’indifferenza generale.
Pare che il lock down impedisca di dare, ma non di prendere. Molte scuole private e ostelli non hanno dato gli stipendi agli insegnanti, ma alla riapertura pretenderanno dagli studenti il versamento delle quote mensili arretrate… E sono oltre cento i funzionari del governo bengalese che hanno trovato il modo di prendere ingenti quantità di riso, patate, legumi, olio, sale, farina che il governo ha distribuito, ma poi hanno trovato insormontabili difficoltà a darle ai poveri e affamati cui erano destinati…
Anche il famoso “tampone” che dichiara se hai o non hai il virus, è occasione per far soldi: sono al lavoro alcune organizzazioni con medici e operatori sanitari vari che falsificano i documenti con la certificazione che non sei contagioso. Farsi fare un controllo autentico costa circa 1000 taka, un documento falso costa dalle 9 alle 12 mila taka. Come alcuni preferiscano la strada del documento falso nonostante il prezzo molto più alto, nessuno lo spiega. Ma forse non occorrono spiegazioni…
A Dhaka ci sono 3.394 aree classificate come “slum” – baraccopoli – con oltre 6 milioni di abitanti, complessivamente. Sono per lo più poveri o poverissimi, e fra loro il ricorso ai prestiti presso usurai è molto comune. Il virus che impoverisce tutti dà occasione agli usurai per pretendere garanzie (pegni) maggiori, e per alzare gli interessi. Mediamente, al momento, il tasso da pagare va dal 10% al 20% – mensile – della somma prestata. Tassi alti, certo, ma gli usurai hanno le loro spese: chi paga i picchiatori che devono persuadere i debitori a pagare? Chi punisce distruggendo la baracca e portando via tutto ciò che abbia un valore, anche minimo, per rifarsi del mancato pagamento del debito?
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