Occhio per occhio, dente per dente?
Il 18 marzo 2006 Benedetto XVI ha ricevuto i vescovi del Camerun, al termine della visita “ad Limina Apostolorum” e li ha esortati a «far penetrare il Vangelo nel più profondo delle culture e delle tradizioni del loro popolo, caratterizzate dalla ricchezza dei valori umani, spirituali e morali, senza cessare di purificare le culture, per mezzo di una necessaria conversione, di tutto ciò che in esse si oppone alla pienezza della verità». I campi interessati sono quelli della fede e della vita concreta.
La devozione di molti cristiani andrebbe aiutata a non restare solo nel sentimento di fiducia e abbandono né in situazione di sottomissione e dipendenza. Sentimenti umani e buoni, ma Cristo Signore chiama a incontrarlo e ad accoglierlo nella vita, facendo del cristiano un suo collaboratore e testimone. Dopo aver ascoltato il cieco Bartimeo e avergli dato la vista, Gesù gli ha detto: «Seguimi». Dopo aver guarito i lebbrosi, Gesù li ha invitati a ringraziare. La vera preghiera non è restare a lamentarsi e a piangere. Il cristiano è un battezzato e un inviato. La sua vita diventa testimonianza di lui. Passare quindi dai valori della religione tradizionale e dalla devozione prevalentemente di supplica, alla vita animata dall’amore e dall’insegnamento del Signore Gesù. Il cristianesimo è più di una religione, è vita con Gesù, come Gesù, che fa la volontà del Padre donandosi ai fratelli.
Ecco un fatto avvenuto in questi giorno. Padre Carlo è chiamato al telefono : «Un ladro ha aperto la cassetta delle elemosine e la gente del quartiere vuole ucciderlo». Si sentono spesso accusati di furti e finalmente hanno in mano un colpevole. Padre Carlo risponde: «Prendete nome e indirizzo e lasciatelo andare». Si muovono i responsabili della Caritas, qualche catechista. Chiamano la madre.
Dopo messa, padre Carlo dice: «Occhio per occhio, dente per dente? Se uno ruba una gallina, lo si ammazza? Dov’è la proporzione?». Un responsabile mi racconta: «Si tratta di un giovane senza lavoro, cerca dei soldi per fare la patente. Abbiamo chiamato la madre, lo abbiamo consigliato, ora lo affidiamo a chi gli fa la scuola guida. Cerchiamo la somma per aiutarlo».
Dopo le parole di padre Carlo, i cristiani si son sentiti uniti con lui nella decisione e i responsabili e si sentono coinvolti. Ce la faranno i cristiani a calmare la gente del quartiere e a non lasciare solo il giovane? Fatti così, sono frequenti. Non è facile essere cristiani, ma sono sulla buona strada, perché hanno vicino un missionario, uno di quelli, come dice Papa Francesco, che da anni ha l’odore della gente, e vive per loro.