Padre Cesare Bano
Nato nel 1918 a Loreggia (Padova), iniziò la formazione nell’Istituto nel 1933. Fu ammesso al Giuramento nel 1944. Ordinato Presbitero nel 1945, partì per la Cina (Hanzhong) nel 1947. Espulso nel 1952, passò al Brasile (diocesi di Londrina) nel 1955. Nel 2003 rientrò definitivamente in Italia. Moriva il 26/04/2008 a Massanzago (Padova). È sepolto nel cimitero di Loreggia.
Destinato in Cina – Diocesi di Hanchung – partì il 18 luglio 1947 e fu espulso il 30 luglio 1952. Tornato in Italia fu professore di italiano, storia e geografia a Treviso per un anno. Nel 1955 fu destinato alla Regione Brasile Sud, dove servì in diverse parrocchie fino alla fine del 2003, quando tornò in Italia e si ritirò presso il fratello don Gian Paolo, Parroco a Massanzago, in Provincia di Padova. Il funerale è avvenuto il 29 aprile 2008, a Massanzago, poi la salma è stata trasportata a Loreggiola per la cerimonia funebre e la sepoltura.
Presenza in Cina
Arrivando in Cina, il giovane missionario si mette umilmente alla scuola della difficile lingua cinese e si lascia guidare dai missionari più esperti per essere introdotto nella cultura della nuova patria di adozione. Già nel 1949, lo troviamo al lavoro insieme ad un altro missionario P. Celso Caucig, e già impegnato nell’apertura di un dispensario medico per attendere i poveri nel distretto di Loyang. Mentre P. Cesare cercava di incarnarsi nell’ambiente cinese assieme a un bel gruppo di missionari del PIME, una grande bufera si addensava sulla Cina. Era scoppiata una guerra civile tra i nazionalisti e i comunisti appoggiati dai russi. P. Cesare, chiamato il “poeta-ciclista”, fa un lungo percorso in bicicletta (280 ly) sotto il solleone per incontrarsi con i confratelli missionari e per incoraggiarsi a vicenda ad affrontare la persecuzione. Nel mese di aprile 1942, si accanisce la persecuzione contro Mons. Maggi (vescovo di Hanchung) e i suoi più stretti collaboratori. E il 30 luglio 1952, dopo falsi processi e infamanti accuse di essere a servizio degli imperialisti americani, vengono espulsi. P. Cesare, derubato di tutto e accompagnato dalla polizia militare fino alla città di Hong Kong, arriva con 35 chili in meno e porterà sempre nel cuore l’esperienza del suo apostolato in Cina.
Missionario in Brasile
Dopo essersi ripreso dai maltrattamenti subiti sotto il regime comunista cinese, nel 1944 il P. Cesare fu destinato al Brasile Sud. Diventa di nuovo docile alunno per imparare il portoghese e per adattarsi all’ambiente brasiliano. Lo troviamo così collaboratore di missionari più anziani a Ibiporà e Sertanopolis nella Diocesi di Condrina nel Paranà. Nel 1966 fu destinato come parroco di Alvorada del Sud, succedendo ad un altro missionario del PIME, pioniere in quella regione, P. Giuseppe Pellegrini. P. Cesare fin dal suo arrivo in Brasile si era fornito di una motocicletta, e se in Cina era conosciuto per la bicicletta, in Alvorada lo era per la sua ‘Vespa’. Oltre a possedere doti artistiche di ingegneria pratica e di pittura, P. Cesare ha composto i testi degli inni ufficiali dei Comuni di Sertanopolis e di Alvorada del Sud, sfruttando doni che già si erano manifestati quando, studente di teologia, suonava il violino nelle accademie del Seminario. Le sue doti poetiche sono state tramandate anche in un poema pubblicato dal PIME di Milano nel 1979, con poesie dedicate alla mamma e alla missione. Ha scritto anche un dramma sulla vita e sul martirio di Santo Alberico che è stato portato sulle scene in Alvorada e Frutal.
Attenzione alle vocazioni
Bella testimonianza dell’impegno di P. Cesare anche in Alvorada, sette vocazioni consacrate durante la permanenza come parroco in questa comunità.
Caro P. Cesare, la tua generosa e fedele dedizione al Signore e alle missioni possa servire di stimolo alle famiglie di oggi, perché sappiano favorire il germe vocazionale anche nei propri figli. Prega per il PIME che ti ha sostenuto nella tua vocazione per 75 anni, perché continui ad essere strumento di realizzazione missionaria per molti giovani di oggi. Il Cristo che hai servito con tanto amore ti accolga nel regno preparato per gli apostoli e missionari, e prega perché non manchino continuatori della tua opera.
Massanzago: seme fiorito dopo cinquant’anni
Missionario del PIME ultranovantenne, che risiede presso la parrocchia di Massanzago, col fratello don Gianpaolo. (Eugenio De Marchi, da La Vita del Popolo, settimanale diocesano on-line)
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