Padre Giovanni Calderaro
figlio di Giovanni Battista e di Elisa Sarto, nato a Cittadella (PD) il 25 giugno 1901. Ordinato sacerdote a Padova il 19 luglio 1925, entrò nell’Istituto a Milano il 16 settembre 1926. Partì per Hyderabad il 18 agosto 1927. Morì a Lecco il 16 ottobre 1985.
- Calderaro era nato a Cittadella (Padova) il 25 giugno 1901; aveva frequentato il seminario di Padova, uscendone, sacerdote del clero diocesano, il 19 luglio 1925. Un anno dopo, con il permesso del suo vescovo, nel settembre 1926, faceva il suo ingresso nell’Istituto. Il 17 agosto 1927 emetteva il giuramento perpetuo ed il giorno dopo partiva per l’India, destinato alla Missione di Hyderabad; incaricato del distretto di Pedda Avutapalli (oggi diviso in una dozzina di parrocchie), nel territorio che avrebbe poi costituito la Missione di Bezwada, con l’erezione della stessa veniva ad essa assegnato. Ed in questa missione avrebbe continuato a lavorare fino al suo rimpatrio nel 1977. Sono stati 50 anni di vita missionaria, contrassegnata da un grande ardore apostolico, in cui P. Calderaro seppe fondere armoniosamente le esigenze dell’evangelizzazione e quelle della promozione umana. Scuole, dispensari, ospizio per i vecchi, e perfino una banca rurale, sono le opere per la promozione umana; formazione dei catechisti, cappelle e chiese, fino al Santuario della Madonna di Gunadala, quelle per l’evangelizzazione. Il tutto con un impegno così totale da spingere collaboratori e testimoni della sua attività a chiedersi dove trovasse il tempo e le forze per occuparsi di tutto. E facendosi tutto per tutti; da tutti stimato e amato, e, dopo la sua partenza, ricordato e rimpianto; tanto dai senza casta, quanto dagli indiani di casta. Al suo rientro in Italia, con il permesso dei Superiori, per circa 5 anni si prodiga nella sua parrocchia a Cittadella, in aiuto al clero locale, per ritirarsi poi nella casa di Rancio. In questi ultimi mesi, gli anni e le fatiche avevano cominciato a far sentire il loro peso, in un progressivo declino delle forze, davanti al quale dovevano risultare vani tutti gli aiuti umani. La mattina del 18 ottobre ebbero luogo i suoi funerali nella cappella della nostra comunità di Rancio. Poi la salma venne portata a Cittadella, dove, il giorno dopo, con la partecipazione di una vera folla di gente, fu ricordata la sua attività in missione e nella sua parrocchia, e tutto il bene da lui seminato nei suoi 60 anni di sacerdozio. La sua salma fu poi tumulata nella tomba di famiglia, nel cimitero di Cittadella.
Articoli correlati
Mare Mosso
E’ trascorso un mese dal mio arrivo in Bangladesh. Sapevo che dallo scorso luglio la vita di questo grande paese con …
Dall’Iran all’Italia per arrivare alle Olimpiadi di Parigi
Nella squadra olimpica dei rifugiati, ci sono anche due giovani iraniani, Iman Mahdavi e Hadi Tiranvalipour, che in I…
Ritorno
Eccomi qui, di nuovo con una “scheggia” certamente inattesa: la precedente, numero 239, risale a più di un anno fa: n…