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Icona decorativaIcona decorativa3 Settembre 2022 Silvano Zoccarato

Padre Bruno Vanin

Nato il 26/11/1956 a Treviso, iniziò la formazione nell’Istituto nel 1974. Fu ammesso al Giuramento nel 1980 e ordinato Presbitero nello stesso anno a 24 anni. Partì per le Filippine (Mindanao) nel 1981. Morì il 07/07/2015 a Lecco e riposa nel cimitero di Canizzano di Treviso. Partito nel 1980 per le Filippine, dove ha sempre svolto il suo ministero a Mindanao, la grande isola del Sud. Gli anni dell’inizio del suo ministero nell’arcipelago erano stati quelli del clima pesante imposto dalla legge marziale voluta da Marcos; in quel contesto era stato tra i primi ad iniziare la missione nell’Arakan Valley, nella diocesi di Kidapawan. Allora si trattava di un territorio di frontiera, difficile anche solo da raggiungere. E fu lui – nel 1985 – ad accogliere là padre Fausto Tentorio, che in Arakan sarebbe poi rimasto per tanti anni e nel 2011 avrebbe pagato con la vita il suo impegno in favore dei diritti dei manobo, la locale popolazione tribale. Per dodici anni – insieme – si erano presi cura di quella comunità: Vanin come parroco e punto di riferimento per i contadini filippini, Tentorio come presenza amica accanto al manobo. Poi per padre Bruno erano arrivati gli anni del ministero a Columbio – altra storica presenza del Pime nella diocesi di Kidapawan – e successivamente a Bayog, nella prelatura di Ipil. Qualche tempo dopo la tragica morte dell’amico padre Fausto, Bruno Vanin era stato nuovamente destinato all’Arakan; poté – però – rimanerci poco: la grave malattia che lo ha portato alla morte lo costrinse a rientrare in Italia, dove ha trascorso gli ultimi anni. Ricordo P. Bruno come un buon amico, sempre disponibile all’ascolto e molto franco nelle risposte, in buon gergo contadino e trevigiano. Questa mattina quando ho saputo della sua dipartita, non so come mai ma mi è venuto in mente l’apostolo Natanaele: una persona schietta, senza doppiezze e molto generoso. Uno che non si è mai tirato indietro quando c’era da lavorare, e a volte i suoi sacrifici sono stati grandi. Quando tre anni fa era tornato dall’Italia dopo un periodo sabbatico di riflessione e rinnovamento, ricordo che avevamo parlato molto sul nostro modo di essere missionari stranieri vicini alla pensione e sulla nostra presenza dopo tanti anni nelle Filippine per non correre il pericolo di perdere l’entusiasmo col rischio di lasciarci vincere dal pessimismo o dalla disillusione. Dopo quel periodo in Italia, Bruno si era rimesso a lavorare con impegno con la gente di Mindanao fino alla scoperta della malattia. Quando l’ho rivisto lo scorso anno a Lecco, mentre era in cura con la chemioterapia, diceva di sentire molto la mancanza del contatto con la gente anche se era sempre impegnato nel giardinaggio. In seguito, mi aveva scritto più contento quando aveva trovato da fare un po’ di ministero nelle parrocchie (Redecesio, Segrate) vicino al san Raffaele. Ora è andato alla casa del nostro Padre di tutti. Là ritroverà i nostri comuni amici delle Filippine: Giancarlo Bossi, Fausto Tentorio e gli altri prima di loro e di noi. Buon viaggio, Bruno. Saluta tutti gli amici e manda a tutta la gente delle Filippine, specie a quelli che ti hanno conosciuto, la pace del cuore che viene dal Signore. (Padre Fernando).    

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