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Icona decorativaIcona decorativa19 Dicembre 2012 Silvano Zoccarato

Presenza

I pastori andarono dunque senz’indugio e trovarono Maria e Giuseppe e il bambino, che giaceva nella mangiatoia.  I Magi entrati nella casa, videro il bambino con Maria sua madre, e prostratisi lo adorarono. Ci fu uno sposalizio a Cana di Galilea e c’era la madre di Gesù. Fu invitato alle nozze anche Gesù con i suoi discepoli. Stavano presso la croce di Gesù sua madre, la sorella di sua madre, Maria di Clèofa e Maria di Màgdala. La presenza di Maria e di Gesù mette gioia e conforto. I cristiani oggi sono Gesù e Maria, presenti ad accogliere e ad accompagnare. Essere presenti, certi che c’è qualcosa in loro di più grande anche se non ci pensano e non lo dicono. L’operaio cristiano che arriva ad Algeri e trova una comunità che prega, non si sente più solo in un mondo nuovo e da scoprire. Si sente in famiglia, contento di quanto trova e di quanto può dare e condividere. Uno studente africano racconta: «Quando dissi a mia madre che partivo a studiare in Algeria, si mostrò preoccupata e pregava che non andassi per non perdere la mia fede di cristiano. Arrivato in Algeria scrissi a mia madre: “Ho trovato dei preti, delle suore, dei cristiani che mi aiutano a crescere nella mia fede. Ne sono grato”». Ad Hassi Messaud, città del petrolio e del gas, gli operai stranieri trovano una chiesa, il prete e tre suore ad accoglierli. Nostra Signora delle Sabbie è mamma di tutti. A Natale e a Pasqua un piccolo aereo mi ha portato a celebrare nel deserto, dove opera una società petrolifera. Gli operai stranieri di lingue diverse, all’Eucaristia sentivano una presenza, quella del Signore. Il vescovo Claude visita spesso Tamanrasset, luogo di transito di chi attraversa l’Africa per raggiungere “il paradiso occidentale”. Scrive: «Questi migranti negli incontri quasi quotidiani, in casa nostra, nel luogo di preghiera, coi loro canti di lode, i loro gridi verso Dio, ritrovano e manifestano la loro dignità di uomini e di donne. Altrove non è possibile. Per strada spesso sono aggrediti, nei loro rifugi non sono sicuri. Qui sono pienamente loro, figli di Dio, al quale chiedono aiuto e dicono il loro grazie». Alcuni amici, quando passano, suonano alla mia porta. Se non mi trovano, poi me lo dicono: «Dov’eri?». Facendovi ancora gli auguri di un santo Natale, vi chiedo di andare dal vostro Gesù Bambino del presepio a chiedergli di aiutare quanti vivono lontani dalle loro famiglie e desiderano trovarlo.

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