Prima Messa a Tozeur
Tozeur, domenica 12 dicembre, Santa messa. Visto che le cartoline piacciono, e che qualcuno sta pensando di venire in Tunisia, descrivo un po’ di vissuto. Questa mattina il nostro salottino è diventato la cattedrale di noi tre fedeli senza pubblico. È bello, con festoni natalizi, lumini ed elementi decorativi arabi africani, tailandesi, indiani e canti in francese, inglese e arabo con omelia che padre Anand invia anche all’unico cristiano visto ieri. I testi liturgici sono rinnovati anche qui. Di tailandese vedo gli alberelli e i soprammobili che fratel Marco ha imparato a fare in Tailandia, lavorando con disabili, e confezionando oggetti molto belli con ritagli di cartone. Di africano vedo le statuine nere del presepio. Di indiano c’è padre Anand ormai esperto in arabo. Di italiano, quello che sono io e che porto: domande, curiosità e sorpresa per tutto quello che vedo e sento.
Partecipo e concelebro attento senza distrazioni, forse perché vivendo in zona desertica anche se in una cittadina, nella preghiera sei più solo con te, essenziale, e libero da tante cose. Partecipo a questa celebrazione coi sentimenti avuti ieri. quando si è ricordata la frase del vescovo di Tunisi detta all’unico cristiano della zona: «Tu padre sei la Chiesa!». Papa Giovanni Paolo II ai vescovi del Magreb ricordava che non è importante il numero, ma essere segno. Anche qui. così, senza nulla, ma non vuoti nel cuore.
Ore 12 pranzo. Si è segno in Tunisia, ma anche con qualcosa nello stomaco. Questa volta il menu è indiano, straordinario, piccantino. Mancano le “ombre venete” (a Treviso si direbbe “prosecco”) per ora, ma non manca la convivialità che è a un buon livello. Ero già abituato in Algeria.
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