Skip to main content
Icona decorativaIcona decorativa10 Settembre 2022 Silvano Zoccarato

Re Carlo III, “defender of faith”

«La Regina Elisabetta aveva una profondissima fede, della quale parlava nei suoi messaggi di Natale e per gli anniversari dell’incoronazione, e riceveva spesso la comunione. Per la nostra nazione sarà un lutto profondo e anche chi è repubblicano sarà addolorato». Il vescovo anglicano Graham Kings, oggi in pensione a Cambridge, si commuove quando pensa alla sovrana appena scomparsa che ha incontrato. Per commemorarla ha voluto twittare una preghiera speciale. «Ha fermato la tempesta e le onde del mare sono state zittite. Poi furono felici perché provarono pace e Lui li condusse al paradiso che desideravano», queste le parole che ha inviato sui social media. Nel giornale Avvenire di sabato 10 settembre ’22, Silvia Guzzetti scrive: «La regina ha rafforzato il dialogo ecumenico» e spiega che aveva il titolo di “difensore della fede” dedicato al rapporto tra religione e monarchia in Inghilterra, titolo conferito proprio da Clemente VII a Enrico VIII. È ruolo di Supremo governatore della Chiesa d’Inghilterra di guida della Chiesa ma la sua gestione pastorale quotidiana è affidata all’arcivescovo di Canterbury. Sempre in Avvenire, Angela Napoletano scrive: «Oggi la Chiesa d’Inghilterra ha visto diminuire il numero di fedeli e il nuovo sovrano non ha il ruolo di difendere l’Anglicanesimo ma di proteggere in questo Paese il libero credo di tutte le fedi. Risale al 1994 la prima volta in cui Carlo si era detto favorevole a una rivisitazione del titolo di “fidei defensor”, da “defender of de faith” (fede anglicana) a defender oh faith, difensore della fede tout court».  Si tratta di una novità importante. Infatti, si dice già che dopo l’incoronazione del re con la presenza di rappresentanti di Charities e di altra denominazione religiose, ci sarà una seconda cerimonia che coinvolga anche i leader non cristiani. Ricordiamo: Giovanni Paolo II con i capi religiosi delle diverse confessioni, riuniti ad Assisi domenica 27 ottobre 1986, spiegava il senso di un incontro che non voleva essere una “conferenza interreligiosa sulla pace” o una ricerca di un “consenso religioso” o un “negoziato”. Le religioni ad Assisi offrivano le loro risorse, la forza della preghiera, al servizio della pace. Diceva papa Wojtyła: «Senza negare in alcun modo la necessità di molte risorse umane volte a mantenere e rafforzare la pace, noi siamo qui perché siamo sicuri che, al di sopra e al di là di tutte quelle misure, c’è bisogno di preghiera intensa e umile, di preghiera fiduciosa, se si vuole che il mondo diventi finalmente un luogo di pace vera e permanente». Riguardo ai passi dell’ecumenismo e del dialogo interreligioso, i cristiani sono contenti e ritengono che l’incontro tra aderenti di tutte le religioni sia necessario e utile, ma non definitivo e completo. Credono che restando tutti insieme in cammino… sia già un buon arrivo, ma sperano anche che sia situazione di nuova partenza verso l’unica fede in Gesù Cristo, nostro unico Signore.  

Articoli correlati

Mare Mosso

Icona decorativa31 Ottobre 2024
Icona decorativaFranco Cagnasso
E’ trascorso un mese dal mio arrivo in Bangladesh. Sapevo che dallo scorso luglio la vita di questo grande paese con …

Dall’Iran all’Italia per arrivare alle Olimpiadi di Parigi

Icona decorativa9 Agosto 2024
Icona decorativaRebecca Molteni
Nella squadra olimpica dei rifugiati, ci sono anche due giovani iraniani, Iman Mahdavi e Hadi Tiranvalipour, che in I…

Ritorno

Icona decorativa23 Luglio 2024
Icona decorativaFranco Cagnasso
Eccomi qui, di nuovo con una “scheggia” certamente inattesa: la precedente, numero 239, risale a più di un anno fa: n…