Rimpianto
Ignoti hanno sparato a p. Piero Parolari il 18 novembre 2015. A quattro mesi dall’attentato, il 24 marzo, il quotidiano di lingua inglese The Daily Star riprende la notizia intervistando a Dinajpur alcuni suoi pazienti, Suor Dipty, la suora che collaborava più strettamente con lui, alcuni colleghi medici. “La paura dell’estremismo c’è ancora, sottolinea l’articolo, e non tutti se la sentono di esprimere in pubblico il proprio pensiero.” Ma c’è chi si esprime, parlando della sua serietà professionale, ma soprattutto della sua attenzione e delicatezza con i pazienti, le loro famiglie, la loro storia, il fatto che servisse con la stessa attenzione persone di qualunque religione. Tutti sperano che ritorni. “Sarà pure nato italiano – commenta una cristiana della parrocchia in cui operava p. Piero – ma era bangladeshi al cento per cento. E tutti ne sentiamo la mancanza”.
Il capo della sezione investigativa della polizia di Dinajpur dice che sei persone sono state arrestate in connessione con il crimine, appartenenti a due diversi movimenti estremisti. L’inchiesta non è conclusa e si cerca di raccogliere ulteriori elementi.
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