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Solo come fratelli il Cielo ci accoglierà

Il cardinale Pietro Parolin ha espresso il desiderio di Papa Francesco di coinvolgere anche i musulmani nel Giubileo della Misericordia: «Il Papa vuole che il Giubileo serva alle persone per incontrarsi, comprendersi e superare l’odio. Dopo gli attentati, questa finalità esce rafforzata. Riceviamo la misericordia di Dio per adottare questo atteggiamento verso gli altri. La misericordia è anche il più bel nome di Dio per i musulmani, che possono essere coinvolti in questo Anno santo, come l’ha voluto il Papa». Sharazade Houshmand, teologa musulmana, accoglie senza esitazione la proposta: «Certo che è possibile, proprio sulla base del fatto che il nome per eccellenza del Dio del Corano è Misericordia. Anche nell’islam ci sono dei momenti in cui si dice che le porte del Cielo si aprono maggiormente. E ciò avviene, per esempio, negli ultimi giorni e nelle ultime notti di Ramadan. Dopo il digiuno, dopo la preghiera, dopo le notti passate nella richiesta di perdono a Dio, si dice che le porte del Cielo sono ancora più aperte e chiunque può essere perdonato. In questa ottica religiosa, si può benissimo accogliere la proposta dei nostri fratelli cristiani». Sono parole che scendono in un contesto difficilissimo per il mondo islamico, dopo molti attentati che portano la firma del grido Allah akbar!. «Il Giubileo deve essere aperto a musulmani perché saranno gli stessi musulmani a proteggere i loro fratelli cristiani». E a proposito di Allah akbar la teologa precisa: «Non significa che Dio è grande. Significa che Dio è sempre più grande di ogni visione e ogni comprensione. Significa che nessuno può afferrare Dio, ma siamo tutti in cammino e uno accanto all’altro e solo con la misericordia reciproca possiamo avvicinarci di più a Dio». Preghiamo per poter chiamarci “fratelli” come ormai cominciano a dire anche alcuni musulmani. Solo come fratelli il Cielo ci accoglierà.

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