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Tessier, il vescovo che si commuove

Il primo dicembre è morto a Lione il mons. Henri Teissier, vescovo emerito di Algeri. Il messaggio dell’attuale vescovo di Algeri, mons. Paul Desfarges, e un mio scritto che ritrovo nelle cartoline del 2006. «Cari fratelli e sorelle, il nostro caro padre Henri Teissier ha vissuto la sua Pasqua questa mattina alle 6. A seguito di un grave ictus, è stato portato all’unità di terapia intensiva dell’ospedale Edouard Herriot. Padre Christian Delorme, con le nipoti Isabelle e Caroline e suo nipote Jacques, hanno potuto vegliare su di lui tutta la notte, pregando al suo fianco. Siamo molto tristi ma ringraziamo anche per la sua ricca vita donata a Dio, alla Chiesa, all’Algeria. Alle 19, padre Delorme aveva unto per lui i malati e ha potuto recitare la preghiera dell’abbandono al suo capezzale. Immaginiamo il bellissimo incontro con frère Charles, il beato e futuro san Charles de Foucauld la cui festa oggi è in cielo. Un cenno del cielo alla nostra Chiesa in Algeria, che deve tanto a padre Teissier nella sua storia dalla guerra di liberazione, all’indipendenza del Paese, al passaggio degli anni bui, fino ad oggi. Era il pastore di un’intera Chiesa data al suo popolo algerino. Accompagniamo padre Henri nella sua Pasqua con le nostre preghiere. Siamo uniti alla sua famiglia, ai suoi tanti amici in Algeria, in Francia e nel mondo. Tornerò da voi, ma celebrerò la festa del Beato Fratello Carlo in Cattedrale. In grande comunione fraterna». (+ Padre Paul) I miei primi giorni in Algeria (settembre 2006), con un visto, dono del Cielo, li vivo nella casa diocesana di Algeri accanto al vescovo Henri Tessier. Sono passati solo alcuni anni dal periodo più nero dell’Algeria. Solo dentro casa, con prudenza, mi sento tranquillo. Ma c’è lui… e mi sento accolto come un figlio.  Nei discorsi di questi primi giorni coi missionari e con la gente, frequente ricorre il nome di Tessier. Ha 78 anni. In Algeria dal 1950. Una superiora maggiore mi riferisce che nelle riunioni, anche di un certo livello, spesso l’ha visto piangere. Un’altra persona, parlando degli anni difficili, ha voluto precisare dicendo: «È lui il martire dell’Algeria!”. In quel periodo si calcola che siano morte circa 150.000 persone, di cui dei religiosi, delle religiose, un vescovo e dei semplici cristiani. Il vescovo ha vissuto il suo martirio di padre ad ogni uccisione, non solo dei cristiani ma anche dei musulmani. Con tutti è attento, accogliente, si interessa come con dei figli. In Algeria è stimato, richiesto per dei consigli anche da parte delle autorità. Si scrive sui giornali di lui come di una persona tra le più importanti del paese. Ho visitato due volte Tibhirine, monastero dei sette monaci uccisi. La prima volta ero assieme al vescovo Tessier, la sorella e la nipote di frère Paul, uno degli uccisi, e la giornalista Anna Pozzi che in quel tempo aiutava il vescovo a raccogliere e a trascrivere le testimonianze, in vista della beatificazione dei martiri dell’Algeria. Davanti alle tombe delle teste dei martiri, il corpo dei quali non è mai stato trovato, Tessier ci ha letto con varie interruzioni il testamento di Christian, un capolavoro di intensa comunione con l’Islam. Nel viaggio, di andata e di ritorno, vedendo la scorta della polizia, davanti e dietro la macchina, mi diceva ridendo: «Perché ci sei tu, c’è bisogno di una sicurezza maggiore». Scherzava spesso con me. Mi diede un giorno la pubblicità del film Mon ennemi intime, Il mio nemico intimo. Così mi chiamava fino a quando lo vidi l’ultima volta. Ricordo commosso quando parlava dei 19 religiosi uccisi e del centinaio di imam, dei 150.000 algerini, anche loro uccisi. L’Algeria aveva un padre che l’amava e penso che si sentisse amata, anche se non poteva sempre dirlo. Si è portato in Paradiso tanti segreti, custoditi per non far soffrire. Mi raccontava tante cose… e mi ha formato ad amare gli algerini. Cari amici, la mia commozione è profonda. Lo sento vicino, preghiamo con lui per l’Algeria e i suoi abitanti. È morto il primo dicembre, anniversario della morte del prossimo santo Charles de Foucauld. Colgo l’occasione per segnalarvi il mio ultimo lavoro: Charles de Foucauld. Il mio santo in cammino. Lo trovate nelle librerie.

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