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Icona decorativaIcona decorativa10 Dicembre 2021 Silvano Zoccarato

Treviso, Gorizia, Belluno-Feltre in missione con il Pime

Ancora padre Severino Crimella. «I vescovi vogliono stimolare una pastorale sempre più missionaria, sempre più aperta, sempre più universale. Noi missionari, figli di questa Chiesa, siamo felici di poter offrire ancora il nostro servizio affinché il suo impegno missionario non conosca limiti e frontiere. Il 29 giugno 1967 il bescovo di Treviso, mons. Antonio Mistrorigo consegnava il crocifisso a quattro missionari, due sacerdoti diocesani, don Mario Bortoletto e don Angelo Santinon, e due padri del Pime, padre Giovanni Belotti e padre Giorgio Granziero destinati alla stessa missione di Ambam nella diocesi di Sangmelina in Camerun. Il 12 dicembre 1972 il Superiore Generale del Pime, mons. Aristide Pirovano firmava il contratto con il Vescovo di Gorizia, mons. Pietro Cocolin, con il quale l’Istituto si impegnava ad assicurare la presenza di un suo missionario nel gruppo diocesano, sacerdoti, suore e laici, che partivano per la Costa d’Avorio nella missione a loro affidata dal Vescovo di Bouakè. Dopo qualche tempo in questo gruppo si inserivano anche due fratelli missionari laici del Pime. Nel giugno 1980, mandato dal Vescovo di Belluno-Feltre, Mons. Maffeo Ducoli, Don Claudio Sacco raggiungeva un’altra missione della diocesi di Bouakè, Sakasso affiancandosi al padre Giovanni De Franceschi del Pime già presente sul posto”. Questi gli inizi. E oggi?  Ai primi missionari diocesani e dell’Istituto sono succeduti altri, alcune situazioni sono cambiate, ma l’esperienza continua, nonostante i problemi più che comprensibili per questo tipo di collaborazione. Paolo VI durante l’incontro con i missionari del Pime al termine della loro Assemblea Generale del 1972, commentando la prima esperienza di questa cooperazione tra l’Istituto e le Diocesi, così si esprimeva: «Ottima questa iniziativa. Anche in questo siete stati dei pionieri. Continuate in questo senso poiché è proprio questo il servizio che dovete rendere alla Chiesa Italiana». È una consegna questa a cui il Pime vuoi rimanere fedele, tanto più oggi. La Chiesa italiana – scrive don Sergio Marcazzani, già direttore del Centro Missionario Diocesano di Verona, su «Mondo e Missione» (dicembre 1986) -sta vivendo un momento privilegiato e significativo: il passaggio da una missionarietà intesa come attività ad una «dimensione missionaria» posta nel cuore stesso dell’esperienza di ogni comunità». Ne è prova il documento della Cei “Comunione e comunità missionaria”.  

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