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Tutti al Duomo in onore di padre Vismara

Qui nel Sahara dell’Algeria, in questa settimana della passione e della risurrezione di Gesù, mi giunge la notizia della beatificazione di padre Clemente Vismara nel Duomo di Milano il 26 giugno prossimo. Sarà una grande festa della Chiesa e della grande famiglia del Pime. Spero di esserci anch’io, perché inizio in quei giorni un periodo di vacanze. In quei giorni, qui nel deserto, il caldo sarà tanto. L’ho già “gustato” l’anno scorso!

Padre Vismara, col suo caratteraccio, è un segno di passione e di risurrezione. Ora Beato anche lui! Passione per l’umanità, risurrezione di una vita donata. È chiamato il Patriarca della Birmania e il protettore dei bambini. A lui si attribuiscono vari miracoli, soprattutto in favore dei bambini, ma il vero miracolo è stato lui con gli orfani che ha salvato. Ne aveva sempre, dai 200 ai 250.

Quanto vorrei incontrare nel giorno della beatificazione tanti amici dell’Istituto! Il pensiero va soprattutto ai parenti non solo del Vismara, ma di tutti i nostri missionari, senza i quali non avremmo potuto fare quello che abbiamo fatto. Sono stati gli amici e i parenti del Vismara la sua Provvidenza. Diceva con fiducia a uno di loro: «Perdiamo, perdiamo quaggiù, se vogliamo ricevere lassù quello che abbiamo perduto. La mia è un’amministrazione un po’… apostolica. Non ho tempo né testa per tenere registri, vado avanti a occhi chiusi, non tengo registrazione alcuna. Spendo, spendo e vedo che ce n’è sempre».  

L’aiuto dei parenti mi ricorda quanto mi disse mio padre prima di partire per la missione: «Fa’ il tuo lavoro, al tuo pane ci penso io». E ancora oggi quando la gente mi chiede: «Chi ti aiuta?», rispondo: «La mia famiglia, gli amici».

Alla televisione, quando riesco a captarla, tra i politici gli artisti e gli industriali, sento i cognomi Clerici, Perego, Maggioni, Mazzucconi, Ramazzotti, Vismara, Crespi, ecc. Certo le famiglie sono numerose e non tutti quelli che portano lo stesso cognome si ritengono parenti. Ma la mia curiosità e il mio sussulto, quando sento quei nomi, fanno nascere questa domanda: «Queste famiglie sanno di avere avuto tra i loro parenti dei veri santi?».

Avendo conosciuto alcuni di questi missionari, che hanno contribuito alla mia formazione, mi viene spesso il desiderio di incontrare qualcuno della loro famiglia per dirgli il mio ricordo pieno di gratitudine e di stima. Spero di incontrarne alcuni, nel Duomo di Milano.

La festa della beatificazione dovrebbe riunirci tutti, con una certa fierezza e gioia per i doni che il Signore ha fatto alle nostre famiglie.

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