Ultraricchi
Un’attenta lettrice mi ha scritto che le grandi opere in corso in tutto il Bangladesh, di cui scrivo nella scheggia “Dove andiamo? (1) richiedono tantissimi soldi: da dove arrivano?
Il suo sospetto è che la sorgente – paradossalmente – si trovi nel deserto, cioè in Arabia Saudita. Non sono un esperto e non so dare una risposta documentata. Però, prima di abbozzare una risposta per localizzare la sorgente, faccio un cenno al punto di arrivo – che ovviamente non è uno solo. Include infatti un certo numero di persone il cui portafoglio (e conto in banca) è stato attentamente scrutato, per farne una classifica. Gli “scrutatori”, che certamente hanno serie motivazioni scientifiche, appartengono a un centro di ricerca chiamato “Wealth-X”, situato a New York. Secondo loro, chi dispone di oltre 30 milioni di dollari “investibili” (quindi la casa in cui abitano, le auto personali, i soldi per comprarsi il gelato non sono inclusi…) può rientrare nella UHNW (Ultra High Net-Worth), l’elite degli “ultraricchi”. Sempre secondo loro, dal 2012 al 2017 il paese in cui il numero di persone che appartengono a questo “Olimpo” della ricchezza è cresciuto, in percentuale, più rapidamente, è il Bangladesh: 17.3%.
Sorpresi? Lo credo bene! Mi sembra di sentire la voce di cara amica che da anni mi aiuta tanto dall’Italia: “Ma sei matto? Non scrivere queste cose! Più nessuno ti aiuterà: ormai siete ricchi, è qui in Italia che siamo al disastro…”
La mia informazione dice pure che al secondo posto nella crescita percentuale viene la Cina, poi Vietnam, Kenya, India, Hong Kong… E in assoluto? Del Bangladesh non parla: presenta la lista dei primi 10, con in testa gli Stati Uniti (79.595 ultraricchi), seguiti da Giappone, Cina, e via via fino al decimo posto, dove si trova l’Italia.
L’Italia?
Sì. Così dice “Wealth-X”, con sede a New York.
Sono partito dalla domanda: la sorgente dei soldi quale è? Per la risposta, ci risentiamo alla prossima “scheggia”.
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