«Vi chiedo perdono»
Il Papa incontra i nativi canadesi. «Le scuole residenziali ebbero effetti catastrofici». Appello per la giustizia e la riconciliazione. Il Papa riconosce anche «la carità cristiana» presente in quegli istituti e «non pochi casi esemplari di dedizione per i bambini», ma sottolinea che «le conseguenze complessive delle politiche legate alle scuole residenziali sono state catastrofiche».
La visita è entrata nel cuore del dramma. «In questa prima tappa ho voluto dare spazio alla memoria». Ma «le scuse sono solo un punto di partenza del cammino che dobbiamo fare». La preghiera silenziosa nel cimitero di Maskwacis e dove sorgeva una delle scuole residenziali. Poi l’incontro con i popoli indigeni. Significativo il bacio che il Papa ha dato allo striscione con scritti i nomi dei bambini vittime dele scuole.
Nell’incontro con i nativi, i capi hanno posto sulla testa del Papa il loro copricapo. Il Papa ha visto le danze, sentito i canti a volta lancinanti, i suoni dei tam-tam, si è lasciato abbracciare, ha baciato le mani…
Ho seguito alcuni momenti di TV 2000 con commozione. Mi sono risentito missionario in alcuni luoghi di foresta, savana, deserto. Ho rivisto le danze, risentito i suoni dei tam-tam, ascoltato i canti, gli strilli gioiosi delle donne, accolto gli abbracci… Risento le parole: «Tu sei venuto e rimasto con noi. Qui nessun amministratore è arrivato, nessun medico è venuto…».
È così che seguo la visita del Papa in Canada. Certo, per chiedere perdono. Ma dentro, sotto e oltre… c’è la visita. Questi popoli si sentono visitati, riconosciuti, capiti, rispettati, amati.
L’enciclopedia Treccani scrive che la “visita” è recarsi a casa di una persona o di una famiglia, per il piacere di rivedersi e di conversare insieme o per motivi particolari, per cortesia o per affetto, per offrirgli compagnia, aiuto o conforto… E aggiunge come esempio la visita della Madonna a s. Elisabetta quando Zaccarìa cantò: «Benedetto il Signore, Dio d’Israele, perché ha visitato e redento il suo popolo…Grazie alla tenerezza e misericordia del nostro Dio, ci visiterà un sole che sorge dall’alto, per risplendere su quelli che stanno nelle tenebre e nell’ombra di morte, e dirigere i nostri passi sulla via della pace».
Amo seguire la visita di Papa Francesco come una visita missionaria. A questa visita di riconciliazione e di riconoscenza, Papa Francesco sta coinvolgendo tutto il mondo. È la visita della Chiesa che fa il suo cammino per incontrare ogni uomo di lingua, cultura, religione diverse, incominciando sempre a chiedere perdono per gli errori compiuti nel passato e rimettere in cammino di riconciliazione, rispetto e comunione. È la visita di Dio, Sole che sorge dall’alto per risplendere.
Cari amici, viviamo insieme questo momento straordinario, in preghiera.
Articoli correlati
Mare Mosso
E’ trascorso un mese dal mio arrivo in Bangladesh. Sapevo che dallo scorso luglio la vita di questo grande paese con …
Dall’Iran all’Italia per arrivare alle Olimpiadi di Parigi
Nella squadra olimpica dei rifugiati, ci sono anche due giovani iraniani, Iman Mahdavi e Hadi Tiranvalipour, che in I…
Ritorno
Eccomi qui, di nuovo con una “scheggia” certamente inattesa: la precedente, numero 239, risale a più di un anno fa: n…