Violenze in Mali e Algeria. La parola del vescovo
Ecco qui la lettera del mio vescovo Claude Rault appena giuntami. Stavo preparandomi per andare nel sito petrolifero di Hassi Messaud per celebrare la Messa coi cristiani delle società internazionali. Ma i responsabili della sicurezza mi dicono che nessuno potrà uscire dalle basi per alcun motivo. Quindi mi consigliano di non muovermi. Speriamo e preghiamo. Dopo l’intervento militare francese in Mali, la situazione nel Sahara è molto complicata…
Ai nostri amici delle basi della regione di Hassi Messaud
Cari amici, in segno di profonda solidarietà con voi, in questa dura prova che colpisce gli operai della base di In Amenas, desidero dirvi la mia profonda vicinanza e anche il sostegno della mia preghiera e di quella di tutti i membri della nostra diocesi.
Certamente tra le vittime di questa violenza intollerabile voi avete conoscenze e amici e questo crea inquietudine in voi e in chi è venuto a vivere in questa regione.
Penso prima di tutto agli ostaggi che vivono nell’angoscia e nella paura e alle loro famiglie. Vorrei poter dire loro come li accompagniamo in questa sofferenza con la nostra amicizia e la nostra preghiera.
In quest’ora le notizie che ci giungono sono ancora frammentarie e la prudenza è necessaria per non intralciare l’azione di coloro che cercano di liberare gli ostaggi.
Parecchi hanno già perso la vita. Alle loro famiglie e ai loro vicini vorrei esprimere la mia profonda vicinanza, specialmente alle loro mogli e ai loro figli. Questa violenza non ha nome, è cieca, inaccettabile, ingiustificabile perché tocca degli innocenti.
Cosa fare davanti a questa aggressione? Anzitutto riprovarla con tutta la forza delle nostre convinzioni umane e religiose. Dio non vuole la violenza. Non può esserne sorgente e giustificazione. Non facciamo quindi ricadere sui nostri amici musulmani il peso di tali misfatti. Anche loro fanno parte delle vittime. E pregare il nostro Dio della Pace che venga a guarire le piaghe vive di chi è nel dolore e nella pena. Che accolga a sé le vittime e rimetta sul retto cammino chi pensa di onoralo commettendo tali orrori.
A nome di tutta la comunità cattolica del Sahara Algerino, siate sicuri della nostra profonda compassione e della nostra preghiera per le vittime e per venuta della Pace in tutta questa regione colpita dalla violenza.
Claude Rault, vescovo di Laghouat-Ghardaia – Algeria
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