Lo stesso Paese in cui oltre 24 milioni di persone vivono tuttora in povertà assoluta è al quinto posto nel mondo per il tasso di crescita di miliardarI. Dietro a India, Nigeria, Congo ed Etiopia
L’ultimo rapporto Oxfam, presentato ieri alla vigilia del Forum di Davos, è tornato a denunciare l’aumento esponenziale della ricchezza in mano di pochi super ricchi. Secondo i dati presentati dalla crisi economica a oggi il numero dei miliardari è raddoppiato, con un aumento costante dei loro patrimoni stimato oggi in 2,5 miliardi di dollari al giorno. Il rapporto mostra come la lotta alla povertà stia progressivamente rallentando: gli ultramiliardari – 26 persone nel 2018 – detengono circa la metà della ricchezza aggregata netta totale, mentre la metà più povera degli abitanti del mondo, cioè 3,8 miliardi di persone, di tutta la ricchezza mondiale detiene solo lo 0,4%.
Contrariamente a quanto si possa pensare, però, l’aumento dei “paperoni” ultramiliardari non avviene però solo ne Paesi del nord del mondo; sono proprio i Paesi in via di sviluppo a soffrire maggiormente delle conseguenze della disuguaglianza. È il caso ad esempio del Bangladesh, che si piazza al quinto posto tra i Paesi con la più veloce crescita di super ricchi, mentre i primissimi posti sono occupati da India, Nigeria, Congo ed Etiopia. Secondo il report Poverty and Shared Prosperity 2018 della Banca mondiale, sono 24,1 milioni le persone che in Bangladesh vivono in condizione di povertà assoluta, cioè sotto la soglia di 1,90 dollari al giorno. Questo dato è in apparente contrasto con le stime governative del Bureau of Statistics, che mostrano come il tasso di povertà sia passato da un 44,2% nel 1991 al circa 15% del 2017 grazie a una crescita annua del 6%.
In realtà, come confermato anche dal rapporto Oxfam, è il divario tra ricchi e poveri nel Paese ad essere in costante aumento. Infatti, anche se il Bangladesh sta andando sempre più in direzione di un’economia sostenibile, mancano ancora quei correttivi all’economia che possano permettere una più equa distribuzione della ricchezza. Il professor Anu Muhammad, docente di economia all’Università Jahangir Nagar a Dacca, ritiene che le misure necessarie da intraprendere per uno sviluppo più sostenibile siano: l’individuazione di un salario minimo per i lavoratori, un’equa politica di tassazione, maggiori investimenti nel settore pubblico e un aumento del tasso di occupazione.
Come il professore ha poi aggiunto nelle sue dichiarazioni a Ucanews, una storia di successo economico come quella del Bangladesh rischia di essere danneggiata dall’aumento della disparità. Ogni progresso futuro è quindi messo in pericolo dal peso della disuguaglianza economica, la quale, secondo alcune previsioni, in particolare quella dell’High Net Worth Handbook 2019, non è destinata a diminuire almeno per i prossimi 5 anni, anzi, per questo periodo è previsto un aumento del 6,2% della popolazione miliardaria, a sfavore delle fasce più povere.
La realtà presentata dalla statistiche è ancora una volta confermata da chi vive il Bangladesh tutti i giorni, in particolare Jibon D. Das, direttore generale della Caritas di Khulna, che con il suo lavoro copre tutta la regione costiera meridionale del Bangladesh. «I ricchi stanno diventano più ricchi attraverso metodi immorali e criminali, mentre i poveri restano discriminati. La situazione è la stessa in tutto il Paese», ha denunciato Das ai sito ucanews.com, notando che solo pochi si arricchiscono in modo onesto. Infatti, i super ricchi ricavano molti dei loro profitti grazie allo spaccio e al contrabbando di droga, permettendosi di agire sopra la legge grazie al loro peso politico ed economico.
Il governo, invece, si dichiara impegnato nella lotta alla povertà e a ridurre le disuguaglianze. Stando alle parole di Muhammad Shamsul Alam, del dipartimento di pianificazione del Ministero per il benessere sociale, «per un Paese a medio-basso reddito come il Bangladesh è difficile uscire dalla soglia della povertà. Tuttavia il governo è impegnato a incrementare lo sviluppo sostenibile della popolazione povera per il 2021».