Cresciuta nella comunità cattolica di Shek Lei è segretaria generale dell’International Domestic Workers Federation. Dall’autunno 2021 si era trasferita a Londra, ma in questi giorni aveva fatto tappa a Hong Kong per fare visita al marito in carcere da due anni per le battaglie pro-democrazia. È stata fermata all’uscita del penitenziario sempre con l’accusa di aver violato la legge sulla sicurezza nazionale, voluta da Pechino
Elizabeth Tang è cresciuta nella parrocchia di Shek Lei ed è stata fino al 2011 segretario esecutivo della Hong Kong Confederation of Trade Unions, una delle tante organizzazioni costrette a sciogliersi nel 2020 dopo l’approvazione della legge sulla sicurezza nazionale. Nel settembre 2021 si era trasferita nel Regno Unito, dopo essere stata personalmente presa di mira dal Ta Kung Pao, organo di stampa legato a Pechino. L’avevano accusata di “ricevere finanziamenti da organizzazioni straniere” in qualità di membro del consiglio di amministrazione dell’Asia Monitor Resource Centre, un gruppo che difende i diritti dei lavoratori in tutto il continente. Si trattava di una chiara intimidazione per una donna che è tuttora segretario generale dell’International Domestic Workers Federation, il sindacato mondiale dei lavoratori domestici che riunisce organizzazioni attive in 57 diversi Paesi nel mondo. Proprio la tutela delle badanti è l’ambito in cui Elizabeth Tang è sempre stata in prima linea nella sua attività sindacale a Hong Kong.
In quell’occasione l’Asia Monitor Resource Centre aveva dichiarato di essere “indipendente da qualsiasi organizzazione locale o internazionale”, ma di voler cessare le proprie operazioni a Hong Kong in seguito alle pressioni che si sono “intensificate in modo significativo”. E per prudenza Elizabeth Tang aveva scelto di proseguire a Londra la sua attività per l’International Domestic Workers Federation. In questi giorni, però, in occasione di un impegno in Asia, aveva voluto fare tappa a Hong Kong chiedendo di poter fare visita al marito in carcere. Proprio all’uscita di uno di questi incontri nella prigione di Stanley è avvenuto l’arresto: alcuni agenti l’hanno bloccata e costretta a salire su un’automobile.
Come ricorda il sito Hong Kong Free Press l’arresto di Tang arriva pochi giorni dopo che il capo dell’esecutivo John Lee ha incontrato a Pechino il direttore dell’Ufficio per gli affari di Hong Kong e Macao, Xia Baolong. Secondo quanto riferito da Lee, che si trovava nella capitale per partecipare all’inizio della sessione del Congresso nazionale del popolo, Xia ha chiesto di “stroncare sul nascere” qualsiasi atto che metta in pericolo la sicurezza nazionale. “Reprimeremo definitivamente chiunque cerchi di minare la sicurezza nazionale o di violare la pace della società di Hong Kong, o di danneggiare gli interessi generali di Hong Kong e li riterremo legalmente responsabili ai sensi della legge”, ha dichiarato Lee.