Con la crescita economica nel continente asiatico aumenta anche il consumo di alcol. Dal 1990 a oggi in Cina il consumo è aumentato del 70%. L’allarme di The Lancet: entro il 2030 i numeri saranno così elevati da non permettere il raggiungimento degli obiettivi di salute stabiliti dall’OMS.
Secondo un recente studio pubblicato dalla rivista medica The Lancet, dal 1990 il mondo ha alzato sempre di più il gomito e il consumo di alcolici tra gli adulti ha visto un deciso aumento, soprattutto in Asia.
Lo studio ha preso in considerazione il periodo 1990-2017, in cui il consumo di alcol pro capite globale è passato da 5,9 a 6,5 litri all’anno. Un trend in netta crescita quindi, che secondo le previsioni non si arresterà molto presto. Infatti il consumo di alcolici per il 2030 sarà intorno ai 7,6 litri pro capite all’anno.
L’altra faccia della medaglia è rappresentata dall’astinenza da alcol, che ha visto solo un lieve calo dal 46% del 1990 al 43% del 2017, e si prevede al 40% per il 2030.
Quello che i dati mettono quindi in evidenza è che continuando su questi trend, non sembra possibile raggiungere gli obiettivi stabiliti dall’Organizzazione mondiale della sanità (OMS), in particolare quello di ridurre i danni causati dall’abuso di alcol del 10% per il 2025. Si stima che il consumo di alcol sia stato causa di circa 3 milioni di morti nel 2016, essendo un fattore di rischio in circa 200 malattie.
Il vecchio continente ha finora detenuto il record per maggior consumo di alcol, ma il testimone potrebbe passare presto all’Asia, grazie a Paesi come la Cina, l’India, il Vietnam e il Myanmar dove l’aumento è stato il più significativo in assoluto.
Infatti, rispetto alle cifre del 1990, nel 2017 in Cina il consumo di alcol pro capite è aumentato del 70%, raggiungendo la cifra di 7,2 litri, mentre in India la cifra del numero di adulti che consumano alcol è raddoppiata, permettendo al Paese di arrivare a consumare 5,7 litri pro capite all’anno. Anche le cifre riguardo al Vietnam sono importanti. Se la percentuale di donne bevitrici è passata dal 2% all’11%, quella degli uomini è passata dal 46% del 1990 al 77% del 2017.
“L’aumento dei redditi per una buona parte della popolazione gioca un ruolo chiave, mentre l’accessibilità è probabilmente il fattore più importante nel trend di consumo. Questa tendenza continuerà fino al 2030 quando si prevede che l’Europa non deterrà più il più alto livello di consumo” ha dichiarato a hindustantimes uno degli autori dello studio Jakob Manthey.
Lo studio non ha indagato le ragioni per cui si sia verificata questa crescita, però i fattori che maggiormente influenzano il consumo di alcol si ritiene siano soprattutto la ricchezza economica, la religione e la presenza di politiche contro l’abuso di droghe e alcolici.
Secondo le penne di hindustantimes, però, le ragioni di questo aumento nei Paesi asiatici sono da ricercare anche in un marketing accattivante, una blanda regolamentazione, la dipendenza dei governi dalle rendite date dal consumo di alcolici e una scarsa conoscenza sui problemi legati all’eccessivo consumo di alcol. Le possibili soluzioni al problema proposte da Manthey sono una maggiore tassazione, una riduzione della dsponibilità di alcolici e una drastica diminuzione delle pubblicità che promuovono alcolici.
Un altro degli autori dello studio Jurgen Rehm dell’università di Toronto, conferma che la crescente popolarità dell’alcol può essere spiegata soprattutto dall’aumento dei redditi della classe media negli ultimi 20 anni, tranne nei Paesi dove la religione gioca invece un ruolo chiave.
Nella regione del Nord Africa e del Medio Oriente si sono registrate le cifre più basse in assoluto. Secondo quanto dichiarato da Rehm a ucanews.com, “I paesi musulmani consumano molto meno alcol (rispetto alle altre nazioni), di conseguenza hanno di gran lunga molti meno problemi collegati al bere”
Allo stesso tempo in Paesi come l’Afghanistan, il Bangladesh e il Pakistan, il numero degli astemi è molto alto e si aggira intorno al 90%, anche grazie al lavoro che la Caritas ha portato avanti negli ultimi anni sulla prevenzione riguardo l’abuso di alcol e droghe, documentato sempre da ucanews.com. In Indonesia il numero dei bevitori si è alzato dall’11% al 16%, ma resta comunque un dato molto basso.
Nelle Filippine e in Timor Est, gli unici Paesi asiatici a maggioranza cattolica citati nello studio, l’aumento di alcol è aumentato seguendo il trend globale, passando rispettivamente dal 44% al 48% e dal 12% al 20%.