Proprio in questi giorni le missionarie italiane celebrano 160 anni a servizio della promozione, protezione e emancipazione delle donne a Hong Kong e in Cina
Tra le migliaia di eventi cancellati dalla pandemia c’è anche quello, per quanto apparentemente minore, del 160mo anniversario dell’arrivo delle missionarie Canossiane a Hong Kong, avvenuto il 12 aprile 1860, a soli due anni dall’arrivo dei missionari di Milano (oggi Pime). Quello che le canossiane hanno fatto a favore dell’emancipazione, della protezione e della promozione di bambine, ragazze e donne è incalcolabile.
Il console italiano a Hong Kong e Macao, Clemente Contestabile, consapevole del fondamentale contributo delle suore italiane per lo sviluppo della società, avrebbe voluto marcare l’anniversario con un evento. Non è stato possibile. Ha scritto una bella lettera al giornale South China Morning Post in cui ha affermato che le sei suore “erano giovani, coraggiose e capaci. Con la forza della loro fede e determinazione, le giovani donne italiane hanno portato speranza e sollievo a molte persone, affrontando epidemie, catastrofi naturali e numerose sfide sociali”. Le Canossiane, tuttora presenti a Hong Kong e a Macao, sono in larga maggioranza cinesi, e sono diventate una delle istituzioni educative più prestigiose delle due città cinesi.
Il console mi ha chiesto di raccontare la loro storia con un breve video. L’ho fatto volentieri e come ho potuto, a causa dei pochi mezzi a disposizione qui a Monza. Il video è in inglese, ma il contenuto si avvicina molto a quanto riporto di seguito.
Le sorelle canossiane hanno strappato da morte certa migliaia di bambine; hanno formato generazioni di giovani donne che hanno poi inciso nella storia della città in tutti i settori: religioso, sociale, culturale, imprenditoriale, politico. Anche l’attuale capo esecutivo Carrie Lam (ahimè, purtroppo impopolare in questo momento) è stata loro alunna.
Con il l’ospedale Canossa hanno offerto assistenza sanitaria d’eccellenza. La comunità italiana, e in particolare i missionari del Pime, hanno molto amato e apprezzato questo luogo, in cui ci si sentiva non solo curati al meglio, ma anche come a casa. In particolare desidero ricordare suor Giuseppina Gamba (per tutti Sister Jo), che per decenni ci ha accolto con premura e gentilezza presso la reception dell’ospedale.
Le Canossiane furono le prime donne italiane a stabilirsi a Hong Kong. Le Figlie della Carità (il loro nome formale) fondate a Verona nel 1808 dalla marchesa Maddalena di Canossa, si diffusero presto in Veneto e in Lombardia, promuovendo l’educazione delle bambine e delle giovani povere.
Nel 1860, su iniziativa dei missionari di Milano furono inviate a Hong Kong sei giovani suore. Tra loro spiccarono per personalità la bresciana Lucia Cupis (1820-1870) e la milanese Maria Stella (1832-1917), le prime due superiori. Giunsero a Hong Kong il 12 aprile del 1860, dopo un lungo e difficile viaggio, in compagnia di p. Giuseppe Burghignoli. Le prime suore giunte a Hong Kong erano donne di grande coraggio e devozione, furono capaci di fare cose eccezionali, lasciando un segno indelebile nella storia della città.
Era la prima spedizione missionaria delle canossiane fuori l’Italia, e dunque vissuta con grande partecipazione e ansia dalla congregazione e dalla piccola missione di Hong Kong. Poche ore dopo il loro arrivo, la giovane Emily Bowring, figlia prediletta del quarto Governatore di Hong Kong, una delle donne più ammirate e in vista della Colonia, prese la sensazionale decisione di farsi canossiana. Fu ammessa 15 giorni dopo. Emily aveva già sconvolto la propria famiglia e il suo ambiente convertendosi, qualche anno prima, al cattolicesimo. Il 1° maggio 1860, ovvero 17 giorni dopo il loro arrivo, veniva inaugurata la Italian Convent School in Caine Road (ora Sacred Heart Canossian College), la prima scuola canossiana e italiana di Hong Kong, con Emily Bowring prima direttrice. Il 10 maggio, con l’aiuto di due giovani donne cinesi, si diede inizio alla scuola cinese Pui Ching. In meno di un mese dall’arrivo, tre eventi memorabili segnarono l’avvio della missione canossiana a Hong Kong.
La comunità canossiana divenne un centro di attività educativa, sociale e di evangelizzazione in continuo sviluppo. Fu fondata una pensione per ragazze europee, un orfanotrofio per bambine, l’opera della Santa Infanzia, un piccolo ospedale, una casa per persone disabili e un catecumenato. Nel 1880 aprirono una scuola per bambini poveri a Kowloon e altre attività per i giovani e per le famiglie povere.
Nel 1868 Suor Luigia Cupis, con cinque compagne di Hong Kong, aprì una nuova fondazione a Wuhan nell’Hubei (e successivamente anche nelle provincie del Shaanxi e dell’Henan), tra gravi privazioni e difficoltà. Nel 1874 le suore canossiane si stabilirono anche a Macao. Centinaia di canossiane giungeranno a Hong Kong, Macao e in Cina per lavorare nel campo dell’educazione, dell’evangelizzazione e della cura degli orfani e degli ammalati. Altre missioni, sempre a partire da Hong Kong, furono aperte nell’isola di Timor, in India, a Singapore e in Malacca.
Queste imprese furono possibili grazie alla spiccata personalità delle missionarie, animate da una fede e da una determinazione eccezionali. Molte di loro pagarono con la morte in giovane età fatiche e pericoli. La prima fu Giovanna Scotti, parte della prima spedizione, morta a soli 29 anni. Epidemie, calamità naturali, naufragi, persecuzioni, incomprensioni anche da parte di superiori ecclesiastici segnarono il loro difficile ed esaltante cammino.
Nell’estate del 1870 le due donne che ebbero più influenza negli inizi della vita canossiana a Hong Kong, la superiora Lucia Cupis e la giovane Emily Bowring, che aveva solo 37 anni, morirono a poca distanza l’una dall’altra. Furono due donne di forte personalità, che si compresero e si amarono, pur provenendo da un’estrazione tanto diversa. Suor Cupis, 50 anni, morì tra la considerazione generale che fosse una santa.
Numerose ragazze e donne cinesi fecero parte della comunità canossiana, generalmente come terziarie, ovvero donne non sposate che si dedicarono totalmente alla missione canossiana senza pubblici voti religiosi. Da questo gruppo, nel 1922 sorse la prima congregazione femminile locale di Hong Kong, le Sorelle del Sangue Prezioso, a tutt’oggi la più numerosa di Hong Kong.
Nell’Aprile del 1929, sotto la responsabilità della torinese Teresa Pera (1870-1938), una donna di spiccata personalità, fu fondato il Canossa Hospital. L’edificio fu distrutto nel corso della seconda guerra mondiale, e l’attuale struttura fu inaugurata nel 1960. Dal 1991 l’ospedale, che ha avuto tra i suoi pazienti e personale di servizio numerosissimi italiani, è passato sotto la responsabilità della Caritas di Hong Kong, senza però cambiare il prestigioso nome.
Nell’aprile del 1934 l’arcivescovo Mario Zanin, Delegato apostolico in Cina, visitò Hong Kong e fu ricevuto con tutti gli onori presso la Sacred Heart School, la più prestigiosa tra le scuole delle Canossiane. Una ragazza di 14 anni, anche se non cristiana, fu scelta per presentare il bouquet di fiori all’illustre ospite. Per tutta la vita ricordò con orgoglio questo privilegio. Anni dopo dovette riparare in Cina a causa dell’invasione giapponese. Rimasta vedova con bimbi piccoli, si fece cattolica, e uno dei suoi figli entrò in seminario. Ora è il cardinale John Tong, amministratore apostolico di Hong Kong. Questo piccolo episodio, che amo riportare qui, mi è stato raccontato dallo stesso Cardinale.
Tra il 1947 e il 1951 la maggior parte delle suore canossiane espulse dalla Cina furono accolte a Hong Kong e a Macao. L’educazione divenne la necessità più urgente per il gran numero di giovani e di rifugiati, per la distruzione e miseria portata dalla guerra. Le canossiane fondarono più di 20 nuove scuole, dando una particolare priorità alle ragazze provenienti da famiglie povere.
Sono poche ormai, tra le canossiane, le sorelle italiane. Tra loro Suor Anna Viganò, che da decenni è l’anima della comunità italiana che si riunisce alla domenica presso la cappella della Sacred Heart School, in Caine Road, non lontano dalla cattedrale.