Cook for Ukraine. Quando il cibo fa bene: parola di chef russa

Cook for Ukraine. Quando il cibo fa bene: parola di chef russa

Nata in Siberia e trapiantata a Londra, Alissa Timoshkina ha lanciato con una collega ucraina la Campagna Cook for Ukraine:  «Il cibo unisce le persone, molti russi sono contro la guerra voluta da Putin»

«In tempi come questi, il cibo è importante per unire le persone: è un linguaggio universale che tutti par­liamo». Per la chef russa Alissa Timoshkina da sempre le ricette sono speciali soprattutto per le storie personali che racchiudono in sé. Come quella della sua bisnonna Rosalia, un’ebrea ucraina nata nel 1912, che conobbe la rivoluzione d’ottobre e la sovietizzazione del suo Paese e poi sopravvisse mira­colosamente alla Shoah. Cucinare un piatto di borsch fumante, per Alissa, è così anche un modo di rendere omaggio alle sue radici.

Proprio questa storia familiare ha contribuito allo shock provato dalla chef, nata in Siberia ai tempi dell’Unione Sovietica e trasferitasi a Londra nel 1999, di fronte all’invasione dell’Ucraina voluta dal “suo” presidente Putin, lo scorso 24 febbraio. «È stato devastante vedere il Paese in cui sono nata fare la guerra contro il suo vicino più stret­to, una terra tanto cara al mio cuore», ha dichiarato. Così, insieme all’amica Olia Hercules, chef di origini ucraine, ha lanciato il progetto Cook for Ukraine, che in questi mesi ha unito centinaia di ristoranti dentro e fuori il Regno Unito in una campagna di raccolta fondi e di sensibilizzazione contro il conflitto nell’Est Europa, a partire dalla conoscenza dei piatti della tradizione locale. Un’iniziativa che ha por­tato le due promotrici a essere nominate “Campionesse del cambia­mento” dalla guida “The World Best 50 Restaurants”.

La campagna è diventata così un fenomeno globale che coinvolge anche privati cittadini in tutto il mondo, invitati a realizzare una ricetta ucraina condividendo poi le immagini sui social media. Anche prima della guerra Alissa Timoshkina, che ha un Dottorato in Storia, era con­vinta che «i piatti sono un modo per connettersi a una cultura»: una filosofia alla base del suo libro “Il sale e il tempo”, scritto per far cono­scere in Occidente i sapori della sua infanzia – i dolci blinis, il ceviche dei sovietici coreani dell’estremo Est del Paese, le focacce ripiene o la torta di carote e cumino – insieme alla Storia e alle storie private a essi connesse. «Oggi insieme a Olia vogliamo ricordare il profondo lega­me tra Ucraina e Russia, a dispetto della propaganda divisiva di Putin. Il supporto che sentiamo intorno a noi è una luce in questo tempo buio, per gli ucraini e anche per molti russi».

CHI È

Nata a Omsk, in Siberia, 37 anni fa, Alissa Timoshkina nel 1999 si è trasferita a Londra. Conseguito il Dottorato in Storia dell’Olocausto nel cinema russo, ha iniziato a lavorare nel settore culturale finché ha trasformato in professione la sua passione per la cucina, fondando un supper club e una società di eventi e catering, la KinoVino. È autrice di un libro dedicato al cibo della sua infanzia e allla bisnonna sopravvissuta alla Shoah. Grazie al suo impegno per la pace è stata nominata “Campionessa del cambiamento”.