Mentre continua a salire il bilancio delle vittime della frana causata dal super tifone Mangkhut, padre Edwin Gariguez della Caritas filippina punta il dito contro la miniera che operava nella zona: «Quando l’anno scorso è stata ordinata la chiusura ha subappaltato l’attività ai piccoli cercatori d’oro anziché risanare l’ambiente»
Nella parte settentrionale dell’isola di Luzon nelle Filippine è salito a quota 74 il bilancio dei morti causati dal super tifone Mangkhut sulle montagne di Itogon nella provincia di Benquet, dove una frana ha spazzato via le case dei piccoli cercatori d’oro e delle loro famiglie. Con il passare delle ore sta però emergendo anche come questa tragedia non sia affatto legata solamente al fenomeno climatico.
A denunciarlo è padre Edwin Gariguez – sacerdote filippino noto per le sue battaglie ambientaliste (nel 2012 ha ricevuto anche il premio Goldman, considerato il Nobel per la difesa dell’ambiente) e oggi anche segretario generale della Nassa, la Caritas delle Filippine. Padre Gariguez punta il dito contro la Benquet Corporation, una società mineraria che dopo aver sfruttato questo territorio per estrarre l’oro l’avrebbe poi lasciato in una situazione di estrema vulnerabilità.
Secondo quanto ricostruito dal sacerdote filippino la miniera della compagnia era una di quelle che l’anno scorso l’allora ministro dell’Ambiente delle Risorse naturali Gina Lopez aveva fatto chiudere perché non in regola con le normative ambientali. L’area era previsto che fosse bonificata, ma la Benquet Corporation non avrebbe fatto altro che subappaltare l’estrazione d’oro ai piccoli minatori di fatto andando avanti con la propria attività.
«Questa comunità è diventata più vulnerabile ai disastri naturali proprio per l’attività distruttiva della Benquet Corporation – commenta padre Garriguez -. È necessario che sia riconosciuta come responsabile, perché giustizia significa riparazione del danno».
In seguito alla tragedia le autorità filippine hanno vietato ieri ogni attività estrattiva ai piccoli cercatori d’oro in tutta la regione amministrativa della Cordillera. «Ma il ministero dell’Ambiente dovrebbe essere in prima linea per far sì che le grandi compagnie si assumano le loro responsabilità – aggiunge ancora padre Garriguez -. Più spesso invece, anziché con le comunità più povere, stanno dalla parte delle aziende minerarie».
Foto: tratta dal sito cbcpnews.net (Ciriaco Santiago III)