«Francesco porti a Tokyo la bellezza umana del Vangelo»

Padre Andrea Lembo, missionario del Pime, sulle attese del Giappone per il viaggio di Francesco in Asia che comincia oggi. Dal punto di osservazione del Centro Galilea, un crocevia di relazioni umane nel cuore frenetico della metropoli sostenuto dalla Fondazione Pime Onlus

 

Comincia oggi il nuovo viaggio di Papa Francesco in Asia, che lo vedrà fare tappa in due Paesi dove sono presenti i missionari del Pime: nei primi giorni la Thailandia, i cui mille volti raccontiamo in questo articolo; da sabato, invece, sarà la volta del Giappone. E quali sono – allora – le attese della piccola comunità cattolica giapponese per questo viaggio, il secondo di un Pontefice nel paese del So Levante dopo quello compiuto da Giovanni Paolo II nel 1981? Lo abbiamo chiesto nel video qui sopra a padre Andrea Lembo, missionario del Pime che vive il suo ministero a Funabashi, uno dei punti nevralgici dell’immensa metropoli di Tokyo.

«Aspettiamo un forte incoraggiamento da papa Francesco – spiega padre Lembo -. Che ci incoraggi come Chiesa ma anche come società. Abbiamo bisogno che il Pontefice comunichi la bellezza umana del Vangelo. Penso lo saprà fare con il suo atteggiamento che penso scardinerà ogni etichetta giapponese, ma anche con le sue parole».

È proprio padre Andrea a guidarci dentro ai volti più nascosti del Giappone di oggi nel servizio di copertina del numero di questo mese di Mondo e Missione. Quelli delle troppe domande che anche in una società apparentemente perfetta come quella giapponese faticano a trovare risposte, soprattutto nel cuore dei giovani. Quella dei disagi nascosti che possono arrivare ad assumere il volto drammatico dei suicidi o degli hikikomori, i giovani che si chiudono nelle loro stanze senza vere più contatti con l’esterno se non attraverso il computer. In questo contesto dalle colonne di Mondo e Missione padre Lembo rilancia l’invito che – a partire da questa visita – l’ex vescovo ausiliare monsignor Paul Mori Kazuhito, voce profetica della Chiesa giapponese, rivolge alla comunità cattolica: «Siamo chiamati a rispondere al vuoto che sta crescendo nel cuore delle persone».

È la sfida quotidiana che padre Lembo porta avanti al Centro Galilea, nella grande metropoli. «Che cosa vuol dire essere missionario in una città immensa di 20 milioni di abitanti come Tokyo? Qui fai esperienza della piccolezza dell’essere cristiani perché, se nei crocevia che attraverso dicessi che sono un prete, nessuno capirebbe qual è il mio mestiere. Vivi davvero l’immagine del granello di senape», riflette padre Andrea.

E dov’è allora lo spazio per la missione in un mondo così? «Nel­le domande che incontro nei giovani che frequento – continua il missionario -. “Dove sto andando davvero? Qual è il senso della mia vita?”. Le domande che chiamano in causa la libertà in un contesto dove tutto sembra già definito. Lì c’è lo spazio per la risposta fondamentale: Gesù è il compimento della tua umanità. In questo grande meccanismo che è perfetto, tu non sei un ingranaggio, hai una tua dignità, puoi prendere in mano la tua libertà e viverla. O noi annunciamo questa forza umanizzante del Vangelo o il rischio della missione qui è che tutto si limiti a una celebrazione rituale».

Per questo insieme alla sua comunità padre Lembo ha dato vita al Centro Galilea, un luogo alle porte di Tokyo dove si fa evangelizzazione per attrazione. «Che possiamo donare a questa società? Tre cose – spiega -. Innanzi tutto, ovviamente, l’annuncio del Vangelo, attraverso scuole bibliche, presentazioni della cultura cristiana, incontri sull’arte sacra che comunica bene tutta l’umanità che c’è dietro il messaggio di Gesù. Poi la seconda colonna: la vicinanza alle periferie umane che si nascondono dietro alle luci della città. Infine lo studio della società, come si sta evolvendo dal punto di vista politico, economico, sociale. Perché Centro Galilea? Perché nei Vangeli il Gesù della Galilea è molto più libero rispetto a quello di Gerusalemme: si muove a 360 gradi, incontra tutti, parla in parabole, è meno preoccupato del confronto con le istituzioni. Insomma è un gran bel missionario che vogliamo prendere a modello…».

Il Centro Galilea è una porta aperta anche per tante persone in difficoltà per povertà legate all’universo delle relazioni. «Si arriva al suicidio in Giappone, si arriva a isolarsi da tutti come fanno gli hikikomori – continua padre Lembo -. Ma ancora prima di queste forme estreme c’è tutto un cammino di sofferenza. Ci siamo chiesti: dove possiamo intercettarle?».

Il Centro Galilea è un’iniziativa sostenuta dalla Fondazione Pime Onlus: semina speranza grazie al sostegno di tanti benefattori. Ed è possibile sostenerlo anche dall’Italia attraverso questo progetto