Padre Benitez, responsabile della pastorale giovanile della Federazione delle Conferenze episcopali dell’Asia: «I giovani asiatici si sono accorti della novità che questo evento rappresenta e sono entusiasti dell’attenzione dedicata loro»
«La Chiesa cambogiana continua a crescere. Solo quest’anno abbiamo avuto 400 giovani che hanno ricevuto i sacramenti». A parlare è padre Gustavo Benitez (nella foto accanto), missionario del Pime in Cambogia e responsabile della pastorale giovanile dell’Asia. «È cambiato l’intero sistema: prima la Chiesa era vista come una ong, oggi invece è più Chiesa. Intendo dire che la religiosità ha assunto un’importanza centrale. Non offriamo più solo medicine e aiuti, ma un modo di vivere il rapporto con il divino e con gli altri».
Questo cambiamento si vede con maggiore chiarezza nei giovani e nel modo di vivere la fede in una Chiesa giovane e minoritaria: «Per loro è difficile affrontare il dopo-battesimo. Vivono la fede mentre studiano o mentre frequentano la parrocchia, ma quando tornano al villaggio per le vacanze non hanno più modo di farlo: magari nelle loro famiglie sono gli unici cristiani. Però da parte loro c’è una grande gioia anche nell’affrontare una sfida così grande».
Questo entusiasmo si è visto anche nella partecipazione alla preparazione del Sinodo. «I giovani asiatici si sono accorti della novità che questo evento rappresenta e sono entusiasti dell’attenzione dedicata loro. Sarà uno slancio ulteriore».