India: è boom per la telefonia mobile

India: è boom per la telefonia mobile

Le nuove stime dicono che già entro il 2022 il 60% della popolazione indiana avrà uno smartphone. Ma dalle gare per le nuove reti a banda larga New Delhi ha già escluso i colossi cinesi Zte e Huawei

 

Sviluppo record della telefonia portatile in India dove si prevede un raddoppio di utenti nei prossimi tre anni, con un nuovo ruolo della banda larga che va cambiando la fisionomia dei rapporti sociali e dall’imprenditorialità. Il cablaggio del Paese – vasto dieci volte l’Italia – era stato uno dei cavalli di battaglia del premier Narendra Modi durante la campagna elettorale che lo portò al potere con il suo Bharatiya Janata Party nel maggio 2014. L’obiettivo è lontano dall’essere raggiunto, ma la telefonia mobile ha comunque in parte supplito alle necessità di connessione e comunicazione della popolazione, del sistema pubblico e delle attività economiche, portando lo scorso anno il numero degli internauti indiani al 27 per cento della popolazione e gli utilizzatori di smartphone a 404 milioni su una popolazione di 1,33 miliardi.

Numeri consistenti, che tuttavia sono solo il primo passo di una crescita ulteriore. «Entro il 2022 il consumo di dati via smartphone si quintuplicherà, a riprova del ruolo della telefonia mobile come strumento primario per social media, video, comunicazioni e applicazioni business, oltre all’utilizzo voce tradizionale», conferma Sanjay Kaul, presidente del settore fornitura di servizi business per l’Asia-Pacifico di Cisco, colosso globale del networking. Il dato più interessante è quello sull’aumento dell’utenza prevista: alla fine del prossimo triennio è previsto a quota 829 milioni, vale a dire intorno al 60% della popolazione. La “fame” di connessioni più rapide, sicure e certe si alimenta attraverso le reti a banda larga, 4G e 5G affidate a attori locali con il contributo di importanti aziende straniere, tra cui Ericsson, Nokia, Samsung e Cisco, mentre le cinesi Zte e Huawei sono state escluse lo scorso agosto per il timore – peraltro sempre più diffuso – che le aziende dell’hi-tech cinese servano anche gli interessi strategici di Pechino.

Le possibilità offerte dalle connessioni veloci sono d’incentivo a un utilizzo anche economico che a sua volta alimenta il mercato degli smartphone, che passeranno da 1,6 miliardi nel 2017 a 2,2 miliardi nel 2022. Ma si prevde che già allora gli apparecchi tradizionali saranno solo il 38 per cento dei terminali, sostituiti in parte da altri strumenti tecnologici in evoluzione con un utilizzo privilegiato della tecnologia video, che salirà al 77 per cento del totale dei consumi.

Perderà invece terreno il ruolo della banda larga da reti fisse, che al momento va però guadagnando in termini di diffusione e di velocità e che lo scorso anno ha avuto un balzo del 44 per cento. Merito anche della diffusione degli hotspot wi-fi, che attualmente sono circa 55mila ma è previsto salgano a 6 milioni nel 2022. “Per questo – conferma ancora Kaul – è imperativo che i fornitori di servizi informatici modernizzino i loro network».

 

Foto: Flickr / Pabak Sarkar