L’associazione degli ex bambini dei bassifondi

L’associazione degli ex bambini dei bassifondi

Hanno passato l’infanzia nei bassifondi di New Delhi e oggi, ad appena vent’anni, hanno fondato l’associazione Voice of Slum per aiutare altri bambini a uscire dalle baraccopoli delle città indiane. Ecco la storia di Chandni e Dev

Stanno provando a cambiare il pezzo di mondo che, loro malgrado, conoscono meglio. Chandni Khan e Dev Pratap Singh, rispettivamente 22 e 19 anni, sono due ragazzi indiani cresciuti nei quartieri più degradati di New Delhi ma anche i fondatori di un’organizzazione non governativa che ha lo scopo di aiutare i bambini delle baraccopoli indiane a costruirsi un futuro dignitoso.

La storia di Chandni è quella di una bambina senza fissa dimora. Dall’età di cinque anni la ragazzina inizia a racimolare rupie esibendosi in spettacoli di teatro di strada insieme al padre il quale però, quando la bambina ha 8 anni, muore improvvisamente. Rimasta sola con la madre, Chandni raccoglie fiori e li vende ai semafori finché, a 10 anni, entra in contatto con un’organizzazione non governativa e si iscrive a scuola. In pochi anni Chandni diventa redattrice del giornale “Balak Nama”, il foglio pubblicato dai bambini di strada di New Delhi, e si fa conoscere per il suo impegno a difesa dei diritti dei suoi coetanei.

Ormai considerata un’attivista, nel 2015 Chandni riceve un premio e durante la cerimonia racconta la sua storia: è in questa occasione che incontra Dev, un ragazzo finito per strada all’età di 11 anni dopo essere scappato da un padre violento. Dopo aver vissuto sulle panchine della stazione della città, il ragazzino viene fermato e arrestato. Uscito dal carcere dopo qualche settimana grazie alla cauzione pagata da uno sconosciuto, il bambino sembrava destinato a una vita da mendicante come tanti bambini dei bassifondi. Per un po’ vende mais tostato alla stazione, poi decide di investire nell’acquisto di una camicia e di un paio di pantaloni: è quell’abbigliamento, più curato rispetto a quello della media dei ragazzini ai crocicchi delle strade, che gli permette di trovare lavoro come cameriere sulla costa occidentale indiana.

Dopo qualche tempo, tuttavia, Dev decide di tornare a Delhi e di aprire con i suoi risparmi un’officina di riparazione: anche quel sogno però viene rotto dalla morte improvvisa della madre, che gli impone di trovare un lavoro più sicuro con cui aiutare i fratelli. Così a diciassette anni Dev diventa venditore per un’azienda: un buon lavoro che però non soddisfa il giovane.

Solo nel 2015 Dev può lasciare quel mestiere e seguire le sue aspirazioni: insieme a Chandni, infatti, fonda Voice of Slum, un’associazione che aiuta i bambini che abitano nelle baraccopoli e prova a reinserirli nella società. L’istruzione e la lotta all’analfabetismo è uno degli argomenti che più stanno a cuore alla ong che non a caso ha subito aperto una scuola nella vicina Noida, sufficiente per accogliere oltre 150 alunni.

Collaborando con altre organizzazioni e aziende, Voice of Slum si impegna anche ad aiutare i giovani a trovare lavoro. Tra i corsi proposti dall’associazione ci sono lezioni per diventare idraulici, elettricisti e tecnici esperti in riparazioni informatiche: tutti mestieri con cui i ragazzi possono sperare di diventare autosufficienti.

Forti della loro esperienza personale, Chandni e Dev hanno anche deciso di lanciare “Slum Post”, una rivista in doppia lingua (hindi e inglese) gestita dai bambini delle baraccopoli e indirizzata ai loro coetanei. Sulle pagine del giornale i reporter di strada affrontano i problemi che purtroppo riguardano i lettori (matrimoni precoci, prostituzione…) ma raccontano anche le storie di vita positive che ogni tanto capitano anche ai bambini delle baraccopoli, come Chandni e Dev.

 

Foto da Facebook