In Vietnam nel 2012 il lebbrosario di Hoa Van nella città costiera di Da Nang, è stato chiuso perché al suo posto sarebbe dovuto sorgere un resort. Gli ex-pazienti “ricollocati” da allora hanno vissuto in solitudine e povertà. Ma – come racconta l’agenzia UcaNews – le Figlie di Nostra Signora della Visitazione stanno cercando di rintracciarli a uno a uno per prendersi cura di loro
Il 76enne Dang Van Loc, le cui dita dei piedi e delle mani sono deformate dalla lebbra, ha accolto calorosamente quattro suore in visita nella sua casa sgangherata nella remota città di Hoai Nhon nella provincia di Binh Dinh, in Vietnam. Loc 10 anni fa ha lasciato il lebbrosario di Hoa Van nella città costiera di Da Nang e da allora vive da solo e coltiva i campi per vivere. L’anno scorso, a causa delle inondazioni, Loc ha perso 400 chilogrammi di riso e ora è a corto di cibo. Ma le suore che sono andate a visitarlo gli hanno portato tè, torte e anche un tradizionale cappello assieme a del denaro.
Quella di Loc è solo una delle storie di un gruppo di 362 lebbrosi che con i loro parenti nel 2012 sono stati costretti a lasciare il loro lebbrosario; circondato dalle montagne e dal mare, in uno scenario incantevole, era stato infatti designato dalle autorità di Da Nang alla costruzione di un villaggio turistico che in realtà non c’è ancora. Ma delle vite di queste persone tolte di mezzo – come racconta in un servizio l’agenzia UcaNews – è rimasta solo una congregazione di suore vietnamite a prendersi cura.
Suor Mary Nguyen Thi Loi, superiora del convento di Da Nang delle Figlie di Nostra Signora della Visitazione, spiega che le loro visite hanno lo scopo di riprendere il contatto con questi pazienti e di esaminare la loro situazione per trovare modi per sostenerli. Il progetto del resort, del valore di 130 milioni di dollari, non è stato ancora realizzato a causa delle controversie sui risarcimenti tra gli abitanti della zona e gli investitori. Secondo i media statali, la maggior parte dei lebbrosi e le loro famiglie sono stati trasferiti in case messe a disposizione dal governo locale nel distretto di Lien Chieu, mentre altri tre pazienti sono stati portati in ospedale per essere curati e dieci famiglie, tra cui quella di Loi, sono tornate nelle loro province di origine.
Senza un lavoro, però, i lebbrosi presto hanno venduto le loro case e si sono trasferiti in altri luoghi. “Perdiamo il loro contatto perché sono analfabeti e non hanno telefoni cellulari”, racconta suor Loi. “Cerchiamo di consolarli e di condividere qualcosa di utile con i lebbrosi e le loro famiglie per ridurre le loro sofferenze fisiche e mentali, perché sono nostri fratelli e sorelle”.
Il lebbrosario Hoa Van era stato fondato nel 1968 con 40 lebbrosi da Gordon Smith e sua moglie, due missionari evangelici americani membri della Christian and Missionary Alliance; venne chiamato “Hy Lac Vien” o “Happy Haven” – cioè “porto felice”. Nel 1975, con la fine della guerra che da vent’anni interessava il Paese, la coppia di missionari aveva dovuto abbandonarlo e i pazienti per poter vivere avevano cominciato a dedicarsi alla coltivazione, alla pesca e alla raccolta di frutta e verdura dalla foresta. Vivevano in povertà assoluta, abbandonati da tutti perché non disponevano di mezzi di trasporto per raggiungere altri luoghi.
Solamente nel 1980, quando alcuni esploratori della vicina città di Hue hanno liberato un sentiero tortuoso che collegava la strada nazionale al lebbrosario, alcune suore di Da Nang hanno iniziato a visitare e a dedicarsi ai lebbrosi. A quel tempo ai sacerdoti era ancora vietato offrire cura pastorale al lebbrosario, che ospitava 100 cattolici. Le suore, dunque, fingevano di essere visitatori comuni, distribuivano loro la Santa Comunione e offrivano regolarmente vestiti, cibo, medicine e altre provviste di base.
Oggi, grazie agli aiuti di Friends of Lepers in Vietnam – un’organizzazione non-profit con sede negli Stati Uniti che sostiene i lebbrosi nel Paese – le suore lavorano con 100 lebbrosi e le loro famiglie, fornendo loro denaro, vestiti, cibo, medicine e borse di studio.
Una delle ragazze sostenute è Anna Nguyen Thi My Dung: era tra i 24 studenti i cui genitori vivevano nel lebbrosario e che hanno ricevuto borse di studio mensili dalle suore mentre studiavano a Da Nang. Oggi Dung ha 28 anni e si è unita a un gruppo di volontari guidati dalle suore di San Paolo di Chartres che dal 2017 si prende cura delle persone con HIV/AIDS nelle loro case a Qui Nhon. Tengono seminari nelle scuole e nelle parrocchie locali per ridurre la discriminazione contro i lebbrosi, i malati di tubercolosi e le persone con HIV e offrono rose, latte e frutta a circa 40 pazienti poveri in un ospedale pubblico locale.