Dono dei cattolici cinesi, le statue di padre Matteo Ricci e Paolo Xu Guangqi sono state collocate ieri nelle nicche della facciata della cattedrale di Macerata e benedette dal cardinale Pietro Parolin
È stata una grande giornata quella del 9 maggio, a Macerata: dopo molti anni e tanti sforzi, due statue raffiguranti padre Matteo Ricci e Paolo Xu Guangqi sono state, infatti, collocate nelle nicchie della facciata della cattedrale restaurata di san Giovanni e sono state benedette dal cardinale Pietro Parolin. Il dono delle due statue da parte dei cattolici cinesi alla patria di padre Matteo Ricci è un gesto notevole e dai tanti significati. Quella di Ricci e Xu Guangqi, lo statista fattosi cattolico, conosciuto come dottor Paolo, è una storia di amicizia. Un’amicizia quanto mai necessaria oggi tra l’annuncio del Vangelo e il popolo cinese.
«Matteo Ricci fu forte, umile, disarmato e coraggioso – ha detto il cardinale Parolin di fronte alle autorità cittadine e regionali e a una numerosa folla -. Il dottor Paolo Xu fu un grande patriota, voleva cioè il bene del suo popolo. Allo stesso tempo fu credente convinto, dalla vita cristiana esemplare. Padre Matteo e il dottor Paolo con la loro amicizia diedero alla Cina l’inestimabile dono del Vangelo».
La prima idea del dono delle statue risale al 2011: dopo un convegno a Napoli dedicato a Xu Guangqi, l’intraprendente assessore della cultura della città di Shanghai Song Haojie venne in visita a Macerata, suggerendo uno scambio tra Shanghai, città natale di Xu Guangqi e Macerata, patria di Matteo Ricci.
Don Giovanni Battista Sun, direttore del Centro Studi Li Madou (il nome cinese di Ricci) di Macerata si è subito messo in moto per realizzare il progetto. Nel 2014 e 2015 un busto di Ricci è partito da Macerata per Shanghai, e nel 2015 un busto di Xu da Shanghai è arrivato a Macerata.
Ma l’entusiasta don Giovanni Battista Sun non si è fermato. Per realizzare l’idea di collocare due statue nella facciata di San Giovanni ha coinvolto numerose comunità cattoliche di Cina, a partire da Pechino (dove Ricci è sepolto) e Shanghai oltre a comunità nella provincia di Shanxi. Le grandi statue di marmo bianco sono state realizzate sotto la guida dello scultore cattolico Su Jianqiao presso una ditta di Quyang (nella provincia dell’Hebei).
Nel coinvolgere i cattolici di Shanghai, determinante è stata la dottoressa Rachel Zhu Xiaohong, che a suo tempo il vescovo Aloysius Jin aveva incaricato di guidare la commissione di beatificazione di Xu Guangqi. La realizzazione della statua, la prima in cui Xu è ritratto per intero, ha richiesto approfondite ricerche circa l’abito dei mandarini del tempo.
La cattedrale di san Giovanni sorge presso l’antico collegio dei Gesuiti (oggi biblioteca Mozzi-Borgetti) dove ha studiato il piccolo Matteo. È stata riportata all’antico splendore dopo anni di chiusura per restauro. L’inserimento delle due statue svelate e benedette dal cardinale Parolin aggiungono ulteriore suggestione a questo centro della vita di fede e culturale della città marchigiana.
Nel pomeriggio dell’8 maggio due relatori – tra cui padre Federico Lombardi, gesuita, già direttore della Sala stampa vaticana dal 2006 al 2016 – hanno presentato al pubblico della città riunito nella cattedrale di San Giovanni le figure dei due grandi protagonisti della missione cattolica in Cina. Il missionario padre Matteo Ricci ha per primo introdotto il Vangelo in questo Paese, alla fine del 1500, attraverso le vie dell’amicizia, dell’accomodamento, del dialogo culturale e dello scambio scientifico. Ma Ricci, ha sottolineato padre Lombardi, era innanzitutto un missionario gesuita, pieno di fede nella Provvidenza e di straordinaria determinazione nel realizzare la sua missione.
Paolo Xu Guangqi fu invece un importantissimo scienziato e statista del tardo periodo Ming e, allo stesso tempo, migliore collaboratore, discepolo e amico di Ricci. L’amicizia tra questi due grandi uomini è stata davvero fondamentale per il progresso del Vangelo in Cina. Ed è ancora oggi una straordinaria luce per la missione cattolica in Cina.