«Il mio yoga recitando il padre nostro»

La storia di suor Infant Tresa, clarissa francescana del Kerala ed insegnante di yoga. Una pratica che – sostiene – non solo non è in contraddizione con la vita da religiosa e col cristianesimo ma aiuta ad essere cattolici migliori
La preghiera mattutina di suor Infant Tresa comincia con Padre nostro e namasté. Oltre ad essere una delle 7mila clarisse francescane del Kerala, regione nel sud dell’India, la suora è infatti anche una delle insegnanti di yoga più note della zona. Che questo tipo di meditazione sia una pratica legata alla filosofia induista non preoccupa minimamente la clarissa che a 60 anni, dopo una vita come infermiera negli ospedali del Paese, ha deciso di diventare una professionista dello yoga senza per questo rinegoziare la propria vocazione. «Nel 1985 – ricorda la religiosa che oggi ha 66 anni – ho incontrato un maestro di yoga presso l’università dove studiavo. Gli parlai dei miei continui mal di schiena per i quali i medici mi avevano consigliato una serie di medicine e anche un corpetto speciale, che però non funzionarono. Lui mi disse di iniziare a praticare lo yoga e m’insegnò come fare. Mi sentivo meglio e trovai sollievo per i miei problemi di salute: la considerai una benedizione di Dio». Per trent’anni ha praticato yoga, poi – in età da pensione – ha deciso di diventare istruttrice e oggi gestisce due centri di yoga nel Kerala dove ha insegnato il metodo a circa 4mila persone di tutte le età. «All’inizio – racconta – alcuni erano perplessi che una suora insegnasse yoga, ma non mi sono mai fatta scoraggiare dai dubbi delle persone». Così suor Tresa ogni anno partecipa anche alle conferenze per i professionisti dello yoga, in India e all’estero, e nel 2015 ha ottenuto un riconoscimento per la sua attività da parte della Yoga Alliance.
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