AL DI LA’ DEL MEKONG
Missione di armonia in Cambogia

Missione di armonia in Cambogia

Così come le corde di una chitarra producono suoni diversi per formare un’armonia, allo stesso modo la collaborazione tra la scuola di musica Cluster, il Pime e la missione in Cambogia è riuscita, per il quarto anno consecutivo, a creare accordo tra persone, popoli e culture

Anche quest’anno il sodalizio tra la scuola di musica Cluster, il Pime e la missione in Cambogia si riconferma vincente quanto divertente! Siamo al quarto anno consecutivo. Partiti nel 2017 con Massimo Dall’Omo, apripista che l’anno dopo con il figlio Filippo ha fatto il bis, il sodalizio ha avuto nel 2019 il colpo più lungo con Luca Codecà, che per ben sei mesi ha insegnato musica in una sperduta cittadina sulle rive del Mekong, in provincia di Kompong Cham. Quest’anno 2020, invece, abbiamo alzato il tiro con la presenza tra noi, per due settimane, di Antonello Fiamma, affermato musicista originario di Matera, ma che vive e lavora a Milano. Tutti chitarristi, dunque, maestri della scuola di musica Cluster. Perché e di che si tratta questo loro andirivieni tra l’Italia e la Cambogia, con tanto di chitarra alla mano? Presto detto. Consentire ad una quarantina di ragazzi ogni anno di imparare i rudimenti dell’arte musicale, anche loro con chitarra alla mano!

Quest’anno, dal 27 dicembre al 11 gennaio, Antonello si è dedicato a due gruppi di ragazzi in due villaggi diversi, insegnando loro i rudimenti dello strumento e brevi giri di accordi per suonare e cantare le canzoni cambogiane del momento. Amicizia, curiosità, talenti in erba, clima caldo che scorda le corde, e tanta polvere lungo i trenta chilometri da percorrere in moto ogni giorno tra i due villaggi dove Antonello ha insegnato. Qui il primo villaggio, dove ha sede la scuola superiore. Qui il secondo, dove ha sede la scuola media. E qui Antonello in un duetto di qualche anno fa, con Maneli Jamal, che vale la pena ascoltare. Due ore al giorno, con un buon inglese ma inutile, perché i ragazzi ne capiscono ancora poco, Antonello ha fatto della musica la loro lingua comune e gli accordi sulla tastiera della chitarra sono diventi accordo e amicizia tra le persone.

La prima cosa che Antonello ha insegnato ai ragazzi è stata la caratteristica polifonica della chitarra. Se si posizionano le dita sulla tastiera, nella posizione di un qualsiasi accordo e si suona, le sei corde sollecitate emeterrano sei suoni diversi che però concorrono a formare l’effetto sonoro di un unico accordo. La realtà dunque è quella di un insieme di suoni provenienti da corde diverse le quali, pur mantenendo le distanze, tra una corda e l’altra della chitarra, fanno ciascuno la propria parte nel dare il suono a quell’unico accordo. La musica ha sempre questa capacità di esaltare il singolo e l’insieme, l’uno e il tutto. E per questo sa trasformare l’accordo tra i suoni in accordo tra le persone, le culture, i popoli!

Nell’ultimo incontro avuto con l’iniziatore del progetto Massimo Dall’Omo, abbiamo discusso di “competenza musicale e cultura della pace”. È anche il titolo di un libro di Gino Stefani,[1] maestro di Massimo negli anni ’80 del secolo scorso. Per Stefani, insegnante di Semiologia e Musicologia dal 1967 al 2000 al DAMS di Bologna e poi all’Università di Roma “Tor Vergata”, era importante far prendere coscienza che ognuno di noi «possiede sulla musica una certa “competenza” analoga a quella che si ha per una lingua, ossia una capacità di capire (e produrre) frasi e discorsi sino allora non ancora sentiti (e prodotti)». Come una certa competenza attorno alle parole ci consente di produrre senso, così una certa competenza musicale, attorno alle note e ai suoni, ci consente allo stesso modo di “produrre senso”, organizzare un discorso, comporre un pezzo, trasformare il mondo. Non a caso con il Modello della Competenza Musicale (MCM) di cui si è fatto promotore, intendeva la competenza musicale accessibile a tutti, come vera e propria semiotica, cioè competenza in grado di portare senso, significato, sapore. Saper ascoltare la musica, leggere ed eseguire uno spartito, accordare uno strumento musicale o capire come si costruisce, porta ad una competenza tale che consente una certa produzione di senso, significato, vita, nella e per la comunità umana. Un’idea di musica e di educazione musicale come semiotica, dunque, farebbe bene a tutte le latitudini. Strumenti musicali e maestri e allievi, tutti potenziali costruttori di pace! Grazie a chi ha iniziato e mantenuto vivo fino ad oggi questo semplice ma grande progetto. E grazie ad Antonello! Date un occhio al suo ultimo singolo, «Per non intrappolarsi tra mille catene di cui il padrone sei soltanto tu». Ciao!

[1] G. Stefani, Competenza musicale e cultura della pace, Clueb 1985.