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Icona decorativa, Icona decorativa18 Novembre 2024 Roberta Pignone

Nella parola di Dio la forza per andare avanti

Sono stati mesi di violenze, tensioni e rabbia in Bangladesh.  E sono ancora adesso tempi di incertezza e instabilità, che richiedono un rinnovato nutrimento spirituale
Su mangia, perché è troppo lungo per te il cammino. Si alzò, mangiò e bevve. Con la forza di quel cibo camminò per quaranta giorni e quaranta notti» (1Re 19). Anch’io sento di aver biso­gno di nutrirmi della Parola di Dio in questo mo­mento, una Parola che aiuta nel cammino, special­mente quando ci si trova nel mezzo di giorni di fuoco. È quello che è successo qui in Bangladesh in questi mesi, con le rivolte dei lavoratori e degli stu­denti, la fuga della premier Sheikh Hasina, i giorni di forte tensione e instabilità. Sono in Bangladesh da più di 13 anni e mi accorgo che ho ancora tanto da capire di questo popolo e di questa storia nella quale mi trovo a vivere e da cui forse ho ancora tanto da imparare. Mi ha sempre molto colpito, però, la reazione dei bengalesi di fronte alle situazioni di crisi più o meno gravi: pas­sano subito alle mani senza troppo discutere. Se c’è un incidente stradale, ad esempio, ecco che non si parlano per capire chi ha torto o ragione, si picchia­no subito, coinvolgendo anche persone di passaggio. Quanta rabbia ho visto in questi mesi! Questa rea­zione mi fa ha fatto capire meglio come troppo spesso si sia agito contro la libertà della gente. Ma tanta violenza e troppa aggressività si sono rivolte  anche contro le cose belle che sono state realizzate perché il Paese potesse svilupparsi. Tutto questo mi fa pensare che le persone, e soprattutto i giovani, non ne potevano davvero più. Stiamo vivendo allora un momento storico impor­tante per il Bangladesh, una seconda indipendenza che credo e spero – se diretta in modo intelligente – possa portare questo popolo a fiorire. Mi auguro che l’attuale primo ministro ad interim Muhammad Yunus possa essere un aiuto in questo momento delicato e cruciale per il Bangladesh. Lo voglio cre­dere. Le nuove generazioni e i piccoli meritano una situazione di vita sicuramente migliore di quella dei loro padri, altrimenti ci sarà ancora tanta rabbia. Ci sono poi interessi internazionali intorno al Bangladesh; di sicuro anche questo conta molto nelle scelte di chi aiuterà il Paese a risollevarsi. E come ho vissuto io tutto questo? Non è facile da straniera capire tutto e decidere per la sicurezza della mia comunità, dei pazienti e dello staff. Mi sento ancora tanto piccola di fronte a tutto quello che sta succedendo, ma allo stesso tempo ho la re­sponsabilità grande di decidere per molti. Solo lo Spirito può aver guidato le mie scelte perché da sola davvero non ce l’avrei fatta

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