Per promuovere la legalità con un linguaggio popolare, un’associazione nepalese ha creato Integrity Idol, un talent show che premia i dipendenti pubblici più onesti del Paese. In cinque anni di messa in onda, il programma è diventato un’occasione per educare alla responsabilità civica e per questo è stato esportato con successo in altri sette Paesi tra Asia e Africa
L’onestà può fare audience? Sembrerebbe proprio di sì, analizzando il successo del talent show «Integrity Idol» che sta spopolando da qualche anno tra Asia e Africa. Il programma nasce nel 2014 in Nepal – Paese con un elevato tasso di corruzione nel settore pubblico (è al 122° posto nell’indice della corruzione percepita di Trasparency International) – dall’idea di un’associazione locale con un’ambizione ben precisa: promuovere la legalità non con le solite formule, bensì usando un linguaggio diretto e popolare che potesse facilmente stimolare l’interesse del pubblico. E cosa meglio di un talent show?
Così il format – da noi spesso del mirino perché esempio di televisione frivola e di contenuti poco edificanti – si è trasformato, grazie al lavoro della onlus «Accountability Lab», in un’occasione di educazione alla responsabilità civica per i cittadini del Nepal e di altri sette Paesi, tra cui Pakistan e Liberia.
Com’è possibile è presto detto: in questo talent show i partecipanti non devono dimostrare di saper ballare e cantare, bensì avere una particolare attitudine al senso civico e al rispetto delle regole. I candidati sono dipendenti e funzionari pubblici che vengono presentati dai cittadini innanzitutto per aver dimostrato una condotta impeccabile sul posto di lavoro. Per scalare la classifica dei candidati – a centinaia in tutto il Nepal – serve poi un impegno extra in attività utili per una comunità. In base a questi criteri, dopo aver attentamente controllato il profilo di ogni possibile partecipante, una giuria sfronda la lista finché non rimangono solo cinque candidati: veri eroi del settore pubblico che vengono ammessi a Integrity Idol. A questo punto la palla passa al pubblico che ha la possibilità di conoscere i concorrenti in prima serata, sulla tv nazionale: essi vengono ripresi durante la loro quotidianità, intenti a compiere quelle gesta per le quali sono stati selezionati come campioni di integrità. Infine, tocca ai telespettatori dare la propria opinione e votare il dipendente pubblico che si guadagnerà il primo premio.
«Nelle precedenti edizioni – ha spiegato uno degli organizzatori alla Bbc – abbiamo avuto centomila voti via sms e circa 35mila online: i numeri non si discostano da quelli di qualunque altro show in cui il pubblico è coinvolto». Proprio l’ottima risposta da parte dei telespettatori ha convinto l’associazione a mantenere vivo il talent che quest’anno compie cinque anni. Nel frattempo il programma è cresciuto e ha valicato i confini nazionali: da Katmandu è arrivato in Liberia, Mali, Nigeria, Sud Africa, Bangladesh, Pakistan e Sri Lanka.
Ma il valore dell’iniziativa non finisce qui. Durante le varie fasi del programma, l’associazione promotrice cerca di sviluppare anche una serie di iniziative a livello locale per parlare con i cittadini di legalità, sfruttando l’onda lunga del successo di Integrity Idol. «Siamo abituati a celebrare cantanti pop nei talent show, ma non le brave persone che fanno bene il proprio lavoro e che organizzano piccole iniziative per migliorare la vita degli altri».
Nel 2018, il funzionario pubblico che si è aggiudicato il primo premio in Nepal è stato Ram Bahadur Kurumbang (in foto), capoufficio del distretto di Bardiya. Il suo merito? Visitare le varie comunità due volte al mese, per discutere dei problemi personalmente con loro: proprio dall’ascolto dalle persone, Kurumband ha scoperto la difficoltà dei propri concittadini ad accedere ai servizi statali, a causa degli orari di apertura e delle lunghe distanze da percorrere. Lo zelante Kurumband ha dunque deciso di mettere le ruote agli uffici provinciali e di portarli direttamente dalle persone, a turno. «Questo è il miglior riconoscimento che potessi ricevere – ha dichiarato – Se guardo indietro alla mia vita professionale, avrei potuto facilmente diventare ricco facendo ricorso alla corruzione e invece ho sempre lavorato con onestà».