Ieri il Messico per la prima volta nella sua storia ha vissuto la festa della Madonna di Guadalupe con i cancelli del grande santuario sbarrati. Padre Alessandro Maraschi, missionario del Pime a Ecatepec: “Eppure il miracolo della fede (e della responsabilità) non è venuto a mancare”
Parla il professor García Quintanar del Cenami, l’organismo della Chiesa messicana che si occupa della pastorale al servizio delle comunità indigene: «Un mondo da ascoltare, per crescere insieme»
L’annuale corso di formazione dei missionari del Pime in Messico è stato dedicato quest’anno alla pastorale indigena, pane quotidiano in un Paese che conta 68 popolazioni differenti, ciascuna con la propria lingua e cultura. Dal professore Juan Manuel García Quintanar la prospettiva di una presenza missionaria che sappia scoprire i segni del Cristo nella storia di queste genti anche prima della conquista degli spagnoli
Come mai dopo 130 giorni dall’inizio del «distanziamento sociale» il Messico continua a registrare un numero di contagi crescenti e un prezzo in termini di vite umane che lo rende il quarto Paese al mondo per morti da Covid-19?
Dal Messico sempre più gravemente alle prese con il Coronavirus il racconto di padre Alessandro Maraschi, missionario del Pime: «Lo stile di comunicazione del governo è sempre sorridente e promette un futuro rampante. Peccato che il domani sia sempre domani e l’oggi appare sempre più preoccupante»
È il secondo Paese per morti da Coronavirus in America Latina, subito dopo il Brasile. Il governo messicano ostenta sicurezza ma il sistema sanitario stenta e l’economia che aveva scommesso sul petrolio arranca. La povertà aumenta anche a Cartolandia, la grande baraccopoli di Ecatepec dove sono presenti i missionari del Pime
Padre Alessandro Maraschi, arrivato nel Paese da pochi mesi, racconta un contesto segnato da violenza e disuguaglianze, ma ricco anche di speranza e di bellezza. «Basta cercarle», dice