A Saint-Louis, un’organizzazione locale si occupa dei piccoli studenti delle scuole coraniche, costretti a mendicare. Anche collaborando con i “marabout”. Perché tradizione e diritti possono convivere
Introdurre l’insegnamento del mandarino in 500 scuole in cinque anni: è il progetto del governo di Pretoria, sponsorizzato dall’ambasciata. Che spera così di migliorare l’immagine della Cina in Africa, ma ha già dovuto affrontare le prime polemiche.
Secondo l’organizzazione mondiale della sanità, lo Stato dell’Africa australe è vicino ad eradicare completamente la malaria, grazie ad un impegno durato decenni. E il paese è leader anche nel contrastare l’Aids.
I recenti attacchi contro cittadini rwandesi gettano un’ombra su uno dei Paesi più pacifici d’Africa che nella sua storia è stato rifugio per molte popolazioni: una situazione su cui influiscono anche povertà, disoccupazione e costo della vita.
Il crollo dei prezzi del greggio ha fatto riemergere le difficoltà anche di economie africane in crescita, che stanno negoziando prestiti con le istituzioni internazionali. Ma la soluzione alla crisi non è solo una questione di mercato.
Il presidente Zuma, sotto accusa per l’uso improprio di fondi pubblici e i legami con alcuni controversi imprenditori, resta al suo posto malgrado le richieste di dimissioni. Dalla costituzione e le Chiese possono però arrivare gli strumenti per uscire dalla crisi.
Sono sempre di più i movimenti che in tutto il continente protestano contro immobilismo politico e disuguaglianze sociali: a guidarli, attivisti come il rapper angolano Luaty Beirao. Il loro sguardo che ha l’ambizione di mostrare un’alternativa a scenari apparentemente immutabili piacerebbe senz’altro a Papa Francesco.
Il principale esponente dell’opposizione, Kizza Besigye, resta sotto sorveglianza nonostante gli appelli in suo favore di leader religiosi cattolici e anglicani. Dalle Chiese arriva anche un’offerta di mediazione nella crisi post elettorale, ma nel Paese crescono paura e divisioni