Le rivolte per il cibo in Venezuela mettono in luce quanto sia grave non avere non avere niente da mangiare. Ma, sul lungo periodo, c’è una soluzione semplice per risolvere il problema della fame nel mondo. È il classico uovo di colombo: l’atomo. È più o meno questo l’incipit di un articolo pubblicato questo settimana su Eniday, la testata di informazione online di Eni, dedicato alla lotta alla fame.
In Sicilia “Libera” commemora la strage di Ustica, di cui oggi ricorre il 36esimo anniversario, insieme ai minori migranti, connettendo le morti in mare di ieri e quelle di oggi.
Sull’isola di Mindanao, un gruppo di religiosi di diverse congregazioni si oppone allo sfruttamento indiscriminato delle risorse naturali e alle violazioni dei diritti dei tribali. Anche a rischio della vita
Nelle Filippine ci sono un milione di persone a rischio fame. La Fondazione Pime Onlus ha deciso di aprire una raccolta di emergenza a favore della parrocchia dell’Arakan, a Mindanao
Luigi Montagnini, anestesista rianimatore, e negli ultimi tre anni vicedirettore di Medici senza frontiere, racconta la propria esperienza nel mondo. A partire dai campi di lavoro con il Pime
Cos’è un credito subprime? E un bolla speculativa? Un bailout? Esce oggi in libreria “Non con i miei soldi”, un manuale per orientarsi nel mondo della finanza, le cui dinamiche riguardano tutti da vicino.
L’accaparramento delle terre nei Paesi poveri da parte di investitori esteri continua, anzi si espande in nuove forme. Un nuovo rapporto dell’organizzazione Grain documenta 500 casi in tutto il mondo e punta il dito contro i fondi pensione.
Il rischio è che la fame venga considerata qualcosa di naturale, ha detto il Papa oggi al Programma alimentare mondiale. E ha aggiunto un monito sul rischio di rendere burocratico e astratto un problema che riguarda persone e volti concreti.