Pizzaballa: «Nessuno si senta più rifiutato a Gerusalemme»

L’omelia del patriarca latino di Gerusalemme nella veglia di Pentecoste presieduta nella chiesa più vicina a Sheikh Jarrah, a poche ore da un cessate il fuoco che non ha spento gli odi di questi drammatici giorni: «Non bastano gli incontri interreligiosi: impegniamoci perché nelle nostre scuole, nelle nostre istituzioni, nei media, nella politica, nei luoghi di culto risuonino il nome di Dio, di fratello e di compagno di vita»
 

Gerusalemme, perché lo scontro su Sheikh Jarrah

Simboli religiosi branditi come trofei. Insieme alla pretesa di risolvere con una disputa giudiziaria sulla proprietà di alcune case le ferite lasciate aperte a Gerusalemme dalle guerre del Novecento. C’è ancora una volta lo sguardo chiuso sull’identità dell’altro dietro all’alta tensione che nelle ultime ore è di nuovo sfociata in violenza nella Città Santa
 

Covid-19, il mondo che non riapre

Ieri in India c’è stato il più alto numero di nuovi contagiati in un singolo Paese da inizio pandemia. In Brasile le morti non sono mai state così tante. E persino la Papua Nuova Guinea – a lungo rimasta quasi indenne dalla pandemia nel cuore dell’Oceania – ha superato i 10 mila casi di coronavirus. Per questo la Fondazione Pime rilancia il Fondo S140 “Emergenza Coronavirus nel mondo”. Per dire: no, con il Coronavirus non è affatto finita per tutti.
 

La Guinea Bissau piange il vescovo Zilli, missionario del Pime

Il Covid-19 ha portato via anche dom Pedro Zilli, missionario brasiliano di 66 anni, che nel 2001 Giovanni Paolo II aveva chiamato a diventare il primo vescovo di Bafatà, la seconda diocesi creata in Guinea Bissau. Vescovo di periferia, in una terra di primo annuncio cristiano. Un anno fa, insieme al vescovo di Bissau, aveva scritto all’Italia colpita dal Coronavirus: “Oggi tocca a noi sostenere voi, sarà dura ma ce la farete”
 

Europa e vaccini esportati, i conti non tornano

“L’Europa ha esportato 77 milioni di dosi di vaccini anti-Covid, più di quelle utilizzate entro i propri confini per la propria campagna vaccinale” è stato detto qualche giorno fa. Incrociando questi dati con gli altri disponibili, però, si intuisce che Bruxelles ha conteggiato tra le proprie esportazioni anche dosi di AstraZeneca fabbricate in India e in Corea del Sud e inviate nei Paesi a basso reddito attraverso il programma Covax. Quanti sono davvero i vaccini che dall’Europa hanno preso la strada del Sud del mondo?
 
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