Potrebbe sembrare un aggiornamento amministrativo di minore importanza all’indomani dell’attacco chimico in Siria, ma la notizia dell’aumento dei costi di concessione e di rinnovo dei passaporti rilasciati da Damasco sta facendo discutere. A farne le spese, come sempre, sono civili e disperati.
In corso a Hong Kong il festival «HK Walls» cui partecipano graffitari da tutto il mondo: gli artisti della bomboletta vogliono cambiare il concetto stesso di muro, trasformando le barriere in luogo di libertà di espressione e di denuncia sociale.
Pur essendo usata soprattutto per rendere più verosimili i videogame, la realtà virtuale sta diventando uno strumento importante anche per chi si occupa di sociale. Tanto che in questi giorni, al SXSW Film Festival di Austin sarà presentato il primo video-documentario a 360 gradi sul tema del traffico di esseri umani
Stasera si chiude What Design Can Do Challenge, il concorso promosso dall’UNHCR con Ikea per trasformare il design in qualcosa di utile per i rifugiati. Dal centro di accoglienza a impatto zero al camion-bar gestito dai migranti: l’accoglienza passa dall’originalità.
In Turchia sei ragazzini sono stati arrestati dalla polizia perché ascoltavano canzoni in lingua curda. Ma non è un caso isolato: uno studio svela che la censura nei confronti della musica tradizionale della minoranza etnica è una prassi diffusa nel Paese
Due giovanissime ingegneri palestinesi hanno messo a un punto un mattone speciale più leggero ed economico del normale: un’invenzione per risolvere il problema della ricostruzione, difficoltosa nella Striscia a causa delle limitazioni sulle importazioni di materie prime provenienti da Israele.
A due anni dal debutto la girlband Pottya sta riscuotendo un grande successo in Giappone. Nel Paese col più basso tasso di obesità al mondo dove essere sovrappeso è però motivo di discriminazione sociale, le cantanti hanno deciso di combattere gli stereotipi dal palco
La città siriana distrutta dai bombardamenti è al centro del progetto del quattordicenne Mohammed Qutaish che, in tre anni di lavoro, ha realizzato un modellino di carta rappresentando l’Aleppo dei suoi sogni. Dallo scorso dicembre la sua opera ribattezzata «Future Aleppo» è esposta a New York.