Una riflessione sull’attentato di domenica 3 dicembre di padre Sebastiano D’Ambra, missionario Pime nelle Filippine dal 1977 e fondatore del Movimento Silsilah. «Ancora oggi la popolazione locale continua a subire le conseguenze di quanto avvenuto sei anni fa con l’assedio della città portato dal gruppo Maute», associato allo Stato islamico. Difficile dire ora quali saranno «le eventuali conseguenze, anche sul processo di pace».
La lettera appello di padre Sebastiano D’Ambra, da decenni impegnato con il movimento Silsilah per il dialogo tra cristiani e musulmani nelle Filippine: «Non possiamo più chiudere gli occhi di fronte ai tanti omicidi, massacri, decapitazioni, compiuti spesso dicendo “Bismillah” (“nel nome di Dio”)»
A venticinque anni dall’uccisione di padre Salvatore Carzedda a Zamboanga, l’importanza di continuare a promuovere l’incontro tra cristiani e musulmani. Per costruire un’alternativa alla violenza