Papa Francesco insieme all’arcivescovo di Canterbury Justin Welby hanno convocato per due giorni a Casa Santa Marta i membri della Presidenza della Repubblica del Sud Sudan, che dal 12 maggio assumeranno alti incarichi di responsabilità per la riconciliazione nazionale. «Evento al tempo stesso ecumenico e diplomatico»
Ci sono parti della Bibbia e dei Vangeli che è impensabile possano venire omesse. Eppure in passato è stato fatto e con lo scopo ben preciso di attenuare il desiderio di liberazione degli schiavi africani. Come illustra una mostra in corso negli Stati Uniti
I coniugi Marsiaj di Verona sono partiti alla fine del 1966 per l’Uganda e da allora la loro vita è rimasta legata all’ospedale St. Luke di Angal: oltre cinquant’anni di cura e dedizione alle persone più vulnerabili
La comunità che accoglierà il Papa in questi giorni riunisce culture ed etnie diverse ma vuole inserirsi nel contesto locale: parla l’arcivescovo di Rabat monsignor López. Che, sull’immigrazione, richiama l’Europa.
In un reportage di El Confidencial la storia di Bouh, che con grande coraggio ha difeso l’ultima chiesa cattolica del Sahara dalla distruzione affinché con essa non svanissero anche le radici sahrawi che vi erano intrecciate. Una chiesa che oggi è tornata a vivere grazie ai migranti giunti a Dakhla dall’Africa subsahariana
A seguito dei disastri compiuti dal ciclone Idai sulle coste dell’Africa occidentale, molti migranti originari di questa zona hanno pensato di utilizzare le loro rimesse per aiutare le operazioni di soccorso. La solidarietà ha però inizialmente incontrato un ostacolo nelle tasse comunque richieste dalle agenzie di money tranfer.
«Non dimenticate: chi si prende cura dei piccoli sta dalla parte di Dio e vince la cultura dello scarto». Durante il viaggio del 2015 aveva visto le condizioni precarie dell’unica struttura pediatrica del Centrafrica. Così Francesco l’ha affidato all’Ospedale Bambino Gesù che l’ha ampliato e lo accompagnerà insieme a Cuamm Medici con l’Africa